Il presidente della SEC Gensler mette in dubbio le capacità degli exchange

Sauro Arceri
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Gli exchange di criptovalute probabilmente non soddisfano i requisiti richiesti a un depositario qualificato. Lo ha dichiarato il presidente della Securities and Exchange Commission (SEC) Gary Gensler.

Il presidente della SEC ha affermato che il fatto che gli exchange non possano essere considerati depositari in senso legale, è diventato più chiaro man mano che sono emerse maggiori informazioni sul funzionamento di queste società. Ha inoltre sottolineato che questo fatto non cambia, anche se un exchange o una piattaforma di trading di criptovalute possono riferirsi a sé stessi come depositari. Nello specifico ha detto:

“In base al modo in cui le piattaforme di trading e prestito di criptovalute operano in genere oggi, i consulenti per gli investimenti non possono fare affidamento su di loro come depositari qualificati”.

Poi ha rincarato la dose aggiungendo:

“Per essere chiari: solo perché una piattaforma di trading di criptovalute dichiara di essere un depositario qualificato, non significa che lo sia. Quando queste piattaforme falliscono – cosa che abbiamo visto più volte – la società fallita acquisisce automaticamente i beni degli investitori, lasciando questi ultimi in fila davanti al tribunale fallimentare”.

Le osservazioni sono state fatte durante un discorso che Gensler ha tenuto giovedì davanti al Comitato consultivo degli investitori della SEC.

I suoi commenti sugli scambi di criptovalute sono in linea con una proposta della SEC presentata a febbraio, secondo la quale le società di custodia dovrebbero soddisfare i requisiti di segregazione dei fondi e superare le revisioni annuali da parte di contabili pubblici certificati.

Gli ultimi commenti sono anche in linea con la posizione generalmente dura che Gensler ha assunto nei confronti del settore delle criptovalute durante il suo periodo di presidenza della SEC.

Nel dicembre dello scorso anno, inoltre, ha dichiarato che le aziende devono rendere noti tutti i rischi a cui possono essere esposte le criptovalute, e che la descrizione deve necessariamente indicare sia l’esposizione ai rischi diretti sia a quelli indiretti.

La nuova linea guida, nata in seguito al crollo di FTX, prevede che le aziende descrivano come i rischi legati alle criptovalute “hanno avuto o possono avere un impatto sulla vostra attività, sulla vostra condizione finanziaria, sui vostri clienti e sulle vostre controparti, sia direttamente sia indirettamente”.

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