La banca crypto Silvergate ripaga tutti i debiti ma resta con un pugno di mosche

Marcello Bonti
| 2 min read

La nota banca pro-crypto ora in liquidazione, Silvergate Capital ha annunciato di aver saldato tutti i debiti legati ai depositi dei clienti.

La banca ha completato la procedura di saldo come previsto dal piano di liquidazione delle attività. Nel comunicato si legge: “Silvergate continua a concentrarsi sulla attività di liquidazione della banca”. Si legge inoltre che al momento la compagnia possiede meno di 10.000$.

Anche se in teoria la nota banca pro-crypto con sede a La Jolla, in California, sostiene di contare oggi su un saldo positivo, potrebbero emergere passività in base all’esito delle controversie legali e gli accertamenti normativi.

Silvergate era entrata in liquidazione volontaria


Dopo il tracollo di FTX, l’exchange rovinosamente caduto in disgrazia esattamente un anno fa, Silvergate prese la decisione di entrare in liquidazione volontaria all’inizio di quest’anno.

La chiusura delle operazioni della banca prevedeva il rimborso di tutte le passività relative ai depositi dei correntisti. La decisione è stata comunicata formalmente lo scorso marzo quando la banca ha ammesso di aver subito perdite insostenibili dopo il tracollo dell’exchange statunitense.

In quel periodo, Silvergate era tra i maggiori finanziatori di FTX e a novembre dello scorso anno figurava tra le entità più colpite dalla mala gestione di Sam Bankman-Fried e soci.

A rendere insostenibili le perdite ha contribuito il panico che, all’indomani del crac di FTX, ha generato la corsa agli sportelli. Per rispondere alle richieste di prelievo dei clienti per 8,1 miliardi di dollari, la banca ha dovuto vendere 5,2 miliardi di dollari di titoli in bilancio generando una perdita significativa del proprio attivo.

La perdita effettiva è stata quindi stimata in 718 milioni di dollari, ben oltre i profitti della banca dal 2013 stando a quanto riferito.

Alla fine del 2022 i depositi della banca erano di appena 3,8 miliardi di dollari, mentre nel 2021 erano di 11,9 miliardi.

La reazione a catena dei fallimenti delle banche pro-crypto


Una serie di fattori, tra cui il crollo del mercato crypto nel 2022, il fallimento di TerraLabs e di FTX, hanno portato a un grave effetto domino che ha dato vita a una potente crisi bancaria e delle imprese della finanza tradizionale a inizio d’anno.

A marzo, la società madre di Silvergate Bank, Silvergate Capital Corporation, ha annunciato la decisione di chiudere le operazioni della banca e di liquidare la filiale.

Due giorni dopo il crollo di Silvergate, crolla anche SVB Financial Group, punto di riferimento per le imprese e le startup della Silicon Valley, presa d’assalto da una corsa agli sportelli.

A stretto giro, Signature Bank, un’altra banca pro-crypto, è stata chiusa dalle autorità statunitensi per scongiurare un effetto contagio.

Nel giro di poche settimane le imprese crypto hanno dovuto cercare nuovi partner finanziari e bancari. Nel frattempo, le banche tradizionali hanno alzato le barriere nei confronti delle imprese crypto e si sono affermati nuovi attori, come le più piccole banche regionali e i fornitori alternativi di servizi di pagamento.

Negli Stati Uniti l’alternativa più gettonata è diventata quindi Customers Bancorp, un istituto di credito con sede in Pennsylvania. Questa ha lanciato una piattaforma di pagamento in tempo reale indispensabile per finalizzare in valuta fiat i pagamenti in crypto.

Altri istituti di credito statunitensi che hanno fornito servizi bancari ad alcune società crypto sono Cross River Bank, Western Alliance Bancorp e Axos Financial.

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