La Francia vuole tassare i redditi da staking e mining!

Marcello Bonti
| 5 min read

In Francia è stata introdotta una nuova norma che prevede la tassazione dei redditi derivati da mining, staking o anche dai masternodes, ovvero i validatori dei nodi.

A partire dall’anno fiscale 2023, quindi con la dichiarazione del prossimo anno, i redditi di queste attività potrebbero essere tassati come profitti non commerciali.

A introdurla è stato il deputato Eric Bothorel (LREM) che ne ha proposto l’inserimento nella legge finanziaria.

Redditi derivati da mining e staking tassati come profitti non commerciali


Il deputato Eric Bothorel rappresentante del partito di Macron La République en marche, ha parlato della novità in ambito di tassazione durante la conferenza Fintech 3.0 che si è tenuta mercoledì scorso a Parigi presso l’Associazione per lo sviluppo delle risorse digitali (Adan).

Il governo ha incluso nel disegno di legge della finanziaria 2024 un emendamento che rende i redditi ottenuti da staking al pari di profitti da attività non commerciali.

Se la proposta venisse approvata entro la fine del 2023, i rendimenti ottenuti dallo staking nel corso del 2023 verrebbero tassati, non importa se tali redditi sono stati convertiti in valuta corrente, come l’euro.

L’emendamento numero 5048 afferma:

“Percepire una remunerazione per questo tipo di attività non è assimilabile a un’operazione di trasferimento di beni, ma alla percezione di redditi, tale emendamento specifica quindi che l’evento che ha generato la tassazione di tali attività è relativo alla percezione di una remunerazione, qualunque sia la sua forma, in applicazione del diritto comune sull’imposta sul reddito.”

Se ne parlava già nel Consiglio di Stato del 2018


Questo emendamento segue la decisione del Consiglio di Stato del 26 aprile 2018 che già specificava come gli utili in Bitcoin realizzati su base non abituale sono considerati profitti da attività non commerciali.

Sono tassati nella categoria degli utili industriali e commerciali quando vengono acquisiti con un “obiettivo di rivendita” nell’ambito di un’attività commerciale.

Altro aspetto chiave, nell’emendamento si definisce che gli utili che derivano dalla cessione abituale di quote di Bitcoin acquistate per poi essere rivendute, anche in cambio di altre crypto, sono da equipararsi ad attività commerciale e per questo possono essere tassate secondo quanto previsto per le attività industriali e commerciali.

Inoltre, l’emendamento introdotto dal deputato Bothorel propone di creare uno specifico “obbligo di dichiarazione” per i professionisti.

Dare visibilità al settore crypto


L’obiettivo del legislatore è dunque dare visibilità a questo settore in piena innovazione.

In altri paesi europei come la Spagna o la Germania, il reddito passivo derivante dallo staking o dai prestiti si considera imponibile al momento della sua ricezione.

In Francia ora si è fatto chiarezza su un punto che rimaneva vago. Pierre Morizot, CEO di Waltio, un gestore francese di contabilità crypto, ha commentato: “È nel momento in cui ricevi i soldi in crypto sul tuo wallet che si innesca l’evento imponibile”.

D’altronde, quando queste stesse criptovalute verranno convertite in euro, per esempio, “non ci sarà alcuna doppia imposizione”.

La situazione cambia soprattutto per i privati che ricevono le ricompense per lo staking.

Su X (ex Twitter) alcuni hanno già criticato le novità, sostenendo che la nuova norma complicherà la gestione quotidiana.

Inoltre per i privati non sarà possibile portare in detrazione le perdite di capitale sulla base imponibile, e sarà comunque richiesto un pagamento delle imposte.

In Italia intanto è stata varata una nuova proroga


In Italia è entrata in vigore la normativa sulle cripto-attività con la legge di Bilancio 2023, in particolare il comma 133 definisce l’obbligo di dichiarare il valore dei redditi generati.

Il termine ultimo per la dichiarazione è stato nuovamente spostato, dopo la prima proroga da giugno a settembre.

Il Decreto proroghe pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il 29 settembre, ha fissato la nuova scadenza per il versamento dell’imposta sostitutiva sulle cripto-attività.

Il nuovo termine è stato fissato per il prossimo 15 novembre. Entro questa data si dovrà versare l’imposta sostitutiva al 14% e il primo versamento rateizzato sul reddito che deriva dalle cripto-attività.

Il testo unico per le imposte di reddito (TUIR) definisce come fonti di redditi diversi di natura finanziaria:

“Le plusvalenze e gli altri proventi realizzati mediante rimborso o cessione a titolo oneroso, permuta o detenzione di cripto-attività, comunque denominate.”

Altra novità introdotta dalla legge di bilancio del 2023 è l’obbligo di dichiarare il possesso di cripto-attività compilando il dichiarazione dei redditi il quadro RW.

Altre fonti di reddito crypto


Non c’è solo lo staking come fonte per ottenere rendimenti sulle crypto. Anche le scommesse e il gioco d’azzardo si sommano alle dinamiche utili per generare un reddito passivo.

Al momento resta in vigore la normativa sui profitti derivati da vincite al gioco, in futuro la cosa potrebbe cambiare e diventare più complessa con l’evolversi del settore GambleFi.

Questo è il momento ottimale per partecipare a un nuovo progetto in prevendita, TG.Casino, uno tra i più promettenti casinò su Web3.

Il mercato attualmente è valutato 250 milioni di dollari, nulla rispetto ai 263 miliardi di dollari del mercato globale dei casinò e del gioco d’azzardo online (secondo i dati di Statista). Ma il settore è in rapida crescita.

Molti scommettono che il settore possa raggiungere una valutazione di diversi miliardi di dollari nei prossimi anni.

In particolare, grazie alla sua integrazione con Telegram, TG.Casino è ben posizionata per guidare questa espansione.

Se $TGC è in grado di eguagliare il maggior successo di Rollbit col suo market cap di oltre 700 milioni di dollari, le prospettive di guadagno orbitano intorno a 50x o forse 100x per chi partecipa alla prevendita.

Il 40% dell’intera supply dei token è ora disponibile in presale.

Il 20% è riservato alla liquidità su DEX, il 20% alle ricompense per lo staking, il 10% alle ricompense per i giocatori, il 5% al marketing e solo il 5% agli sviluppatori del progetto.

Altro dato rincuorante, lo smart contract del progetto è stato verificato da Coinsult, società leader nella sicurezza su blockchain.

TG.Casino è anche uno dei pochi casinò che opera su Telegram ad avere una licenza.

Il token può essere acquistato in cambio di ETH o BNB e USDT (ERC-20 e BEP-20) ed è sviluppato sulla blockchain di Ethereum.

Le criptovalute sono altamente volatili e non regolamentate. Nessuna tutela del consumatore. Potrebbe essere applicata una tassa sugli utili.

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