Rune: Le memecoin di Bitcoin sono in mano solo a un pugno di trader

Laura Di Maria
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Solo lo 0,2% delle Runes ha più di 500 trader. Ecco il dato deludente che emerge da un’approfondita analisi di Guiriba, analista presso la società brasiliana Paradigma Education. Il fenomeno che in corrispondenza dell’atteso quarto halving di Bitcoin aveva fatto impennare le fee di Bitcoin, ora sembra essersi sgonfiato e su oltre 20.000 token meme generati, appena 77 hanno più di 500 trader attivi.

Il fenomeno Rune stenta a decollare


Il lancio delle Runes ha dato vita a oltre 20.000 token meme, ma secondo Guiriba, analista presso la società brasiliana Paradigma Education, meno dello 0,2% di questi token si può considerare un “successo”. Infatti, solo 77 di questi token sono riusciti ad attirare più di 500 possessori.

Un fallimento cocente? Forse, o forse no. L’analisi di Guiriba è attenta e precisa e individua alcuni elementi che vale la pena approfondire.

Le Runes sono uno standard di token fungibile introdotto di recente nell’ecosistema Bitcoin. Nate da un’idea di Casey Rodarmor, lo stesso sviluppatore che ha ideato il protocollo Ordinals, sono state lanciate subito dopo l’halving di Bitcoin nelle prime ore del 20 aprile.

Guiriba spiega che le Runes, spesso paragonate a “memecoin di Bitcoin“, possono essere acquisite per lo più in due modi: attraverso airdrop destinati ai trader con determinate caratteristiche, come nel caso di DECENTRALIZED, oppure tramite minting aperto a tutti durante il quale avviene un “fair launch”, come nel caso di FEHU.

L’analista porta alcuni esempi concreti per spiegare cosa è successo in alcuni casi particolari. Per esempio, comprare 100 token “SATOSHI NAKAMOTO” costava 300 dollari al momento dell’emissione, che poi sono diventati 900 dollari il giorno successivo. Ora però il loro valore è sceso a 270 dollari.

Dati alla mano, solo 46 dei token lanciati in questo modo sono riusciti a catturare più di 500 detentori, rappresentando solo lo 0,2% del totale dei token esaminati.

Fallimento totale o partenza lenta?


Sono solo due i progetti che hanno ottenuto successo in questa fase iniziale: i token SATOSHI NAKAMOTO e FEHU. I due progetti di meme coin su Bitcoin già vantano una capitalizzazione di mercato superiore ai 100 milioni di dollari.

L’analista di Paradigma ha anche analizzato l’andamento dei token distribuiti ai possessori di Ordinal, gli NFT di Bitcoin. Per questa categoria sono 31 i token che hanno raccolto un certo seguito e ottenuto l’interesse dei trader. Però il prezzo di queste collezioni di NFT è calato parecchio dopo l’annuncio degli snapshots necessari per la distribuzione dei token con gli airdrop.

In totale, tenendo conto delle meme coin distribuite con airdrop o tramite fair launch, sono solo 77 i token in mano a oltre 500 possessori su oltre 20.000 progetti nati in circa due settimane. Si tratta di circa lo 0,4% del totale analizzato.

I numeri, non si può negare, sono poco incoraggianti, eppure Guiriba ricorda che tutto sommato il protocollo Rune è ancora molto giovane e ancora manca di infrastrutture e trader.

Bisognerà aspettare che gli exchange centralizzati quotino questi asset favorendone il trading e alimentandone la liquidità su larga scala. Il quadro complessivo a quel punto potrebbe cambiare.

Investire in Rune, in questo momento, è un azzardo molto forte. L’analista di Paradigma Education sembra tifare per alcuni di questi progetti, in particolare i token SATOSHI NAKAMOTO e FEHU. Però come spesso accade nel mondo crypto, il livello di incertezza è alto, forse più del solito, e nessuno può dire se il progetto Rune resterà negli annali della storia di Bitcoin o se verrà dimenticato come un tentativo andato a male.

Perché Runes Protocol ha attirato così tanta attenzione


Le Rune su Bitcoin sono arrivate grazie a un’intuizione dello sviluppatore Rodamor già noto per aver introdotto gli Ordinals su Bitcoin. Se gli Ordinals stanno a Bitcoin come gli NFT stanno a Ethereum, le Rune sarebbero una sorta di meme coin inscritte sulla blockchain di BTC.

Questo protocollo consente di “iscrivere” dati sulle più piccole unità di Bitcoin, i satoshi. Strategico è stato anche il momento del lancio di questo nuovo standard, che è coinciso con quello del mining del blocco dell’ultimo halving.

Hanno suscitato grande interesse anche per via della concentrazione di transazioni sul network in quel particolare momento, totalizzando commissioni sulle transazioni per un totale di 37,62 BTC, circa 2.402.358 dollari. La commissione più alta per singola transazione ha raggiunto il valore di 3.604.819 satoshi per byte virtuale (sat/vB).

Compreso il compenso previsto per i miner di 3.125 BTC, la commissione più alta pagata alla pool di mining ViaBTC per questo singolo blocco è stata di 40,7 BTC, oltre 2,6 milioni di dollari.

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