L’Europa vira a destra – Quale l’impatto sul mercato crypto?

Aniello Raul Barone
| 8 min read

Nell’attuale contesto politico globale, il fenomeno della rapida ascesa dei partiti di destra è arrivato a toccare anche l’Europa, che adesso si sta preparando a vivere un cambiamento delicato.

Nelle recenti elezioni europee, infatti, partiti come il Rassemblement National di Marine Le Pen in Francia e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni hanno ottenuto notevoli guadagni, lasciando intendere una tendenza all’aumento dell’euroscetticismo e del populismo.

Storicamente parlando, l’instabilità politica ha sempre spinto gli investitori verso i beni rifugio, e negli ultimi anni le criptovalute come Bitcoin (BTC) hanno spesso svolto questo ruolo.

Il noto analista di criptovalute Michaël van de Poppe, ha recentemente espresso la sua opinione su questo fenomeno, definendo gli sconvolgimenti politici in Europa come una “cavalcata selvaggia” che a lungo termine potrebbe rafforzare Bitcoin.

Nel frattempo, la nuova composizione del Parlamento Europeo potrebbe portare a cambiamenti nella regolamentazione delle criptovalute.

I partiti di destra, noti per sostenere la libertà economica e la riduzione dell’intervento pubblico, potrebbero spingere per un ambiente normativo più indulgente.

Se questo cambiamento dovesse avvenire, potrebbe favorire l’innovazione e attirare gli imprenditori crypto in Europa, rafforzando il ruolo della regione nel mercato globale delle criptovalute.

Per esempio, i partiti Identità e Democrazia (ID) e Conservatori e Riformisti Europei (ECR), che hanno entrambi ottenuto seggi, hanno storicamente sostenuto le politiche economiche meno restrittive.

Se questi partiti influenzeranno l’agenda legislativa, potremmo eventualmente assistere a una riduzione delle severe normative sulle criptovalute. Questo renderebbe l’Europa una destinazione più attraente per gli investimenti e le startup in criptovalute.

Inoltre, il clima politico potrebbe influenzare misure economiche più ampie, come il Green Deal dell’UE.

I partiti di destra hanno spesso espresso scetticismo nei confronti di ampie e rigide regolamentazioni sul clima, il che potrebbe portare a una riallocazione delle risorse nelle aree legate al consumo energetico e alle operazioni di estrazione, il che andrebbe a vantaggio indiretto del settore delle criptovalute.

Cosa sta succedendo in Europa e quale sarà la prossima direzione

Francia: un potenziale cambiamento nella politica delle criptovalute

Grazie soprattutto alla posizione di sostegno del presidente Emmanuel Macron, negli ultimi tempi la Francia è stata un attore di rilievo nel mondo delle criptovalute. L’amministrazione Macron ha fornito incentivi fiscali e chiarezza normativa al settore, rendendo Parigi un hub per l’innovazione delle criptovalute.

Sono fiorite aziende come Ledger, nota per i suoi wallet hardware sicuri, e Sorare, una piattaforma di fantacalcio che utilizza la blockchain.

La decisione di Macron di indire elezioni parlamentari lampo il 30 giugno e il 7 luglio, però, ha sollevato un velo di incertezza sul futuro.

Se il partito di estrema destra Rassemblement National dovesse ottenere la maggioranza, la politica nei confronti delle criptovalute potrebbe cambiare.

La leader di Rassemblement National, Marine Le Pen, ha sempre manifestato scetticismo nei confronti delle criptovalute. Nel 2016 aveva addirittura chiesto di vietare Bitcoin, ma da allora ha moderato la sua posizione per sostenere una regolamentazione rigorosa.

Sotto Macron, invece, la Francia ha mostrato la volontà di adattare le proprie politiche per sostenere l’innovazione.

Nel 2019, l’Autorità francese per i mercati finanziari (AMF) ha introdotto la legge PACTE, che fornisce un quadro giuridico per le ICO (Initial Coin Offerings) e stabilisce linee guida chiare per le imprese di criptovalute.

Il rovescio della medaglia in Germania

Anche l’arena politica tedesca si è spostata verso l’estrema destra, ora che il partito Alternative für Deutschland (AfD) ha guadagnato terreno.

Lo scetticismo dell’AfD nei confronti dei sistemi finanziari centralizzati e dell’euro potrebbe influenzare la posizione della Germania sulle criptovalute, che a partire da adesso potrebbe sostenere strutture finanziarie decentralizzate a potenziale vantaggio del mercato crypto.

Tuttavia, non si possono trascurare le preoccupazioni ambientali della Germania riguardo il mining delle criptovalute.

Infatti, nonostante il partito dei Verdi abbia perso alcuni seggi continua a fare campagna contro l’impatto ambientale delle criptovalute, in particolare di quelle che si basano su meccanismi proof-of-work ad alta intensità energetica, come Bitcoin.

Nel 2021, la Germania ha compiuto un passo fondamentale includendo le criptovalute nella sua legislazione fiscale, trattandole in modo simile agli strumenti finanziari tradizionali.

La Germania è stata anche all’avanguardia nell’integrazione della blockchain nel suo sistema finanziario. La Bundesbank tedesca ha esplorato il potenziale della blockchain per migliorare l’efficienza e la sicurezza delle transazioni finanziarie.

Inoltre, nel 2020, ha approvato una legge che consente alle banche di vendere e conservare criptovalute, sostenendo ulteriormente la sua posizione di Paese crypto-friendly.

L’ascesa dell’AfD potrebbe innescare una spinta verso sistemi finanziari più decentralizzati e meno controllati, il che si allinea bene con l’etica delle criptovalute. Tuttavia, sarà di fondamentale importanza bilanciare questo aspetto con le preoccupazioni ambientali.

Italia: una posizione di sostegno da parte della destra

L’Italia presenta uno scenario complesso in quanto il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, si trova alla guida di una coalizione che include la Lega, partito di estrema destra.

Questa coalizione porta in sé opinioni e correnti contrastanti, di conseguenza ha sempre manifestato un approccio frammentato e discontinuo alle politiche dell’Italia, incluse quelle economiche, di conseguenza anche l’approccio alla regolamentazione delle criptovalute potrebbe uscirne frammentato.

Alcune fazioni potrebbero sostenere un quadro normativo più liberale, mentre altre potrebbero spingere verso controlli più severi per rispondere alle preoccupazioni sul riciclaggio di denaro e sulla stabilità finanziaria.

In passato, l’Italia ha già preso provvedimenti per regolamentare il mercato delle criptovalute.

Nel 2022, il Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano ha introdotto una normativa che richiede ai fornitori di servizi di criptovaluta di registrarsi presso l’autorità di regolamentazione nazionale per migliorare la trasparenza e combattere le attività illecite.

Tuttavia, l’applicazione di queste norme è stata incoerente, determinando un ambiente incerto per le imprese del settore. Malgrado queste sfide, però, l’Italia ha visto crescere l’interesse per la tecnologia blockchain.

L’Associazione Bancaria Italiana (ABI) sta esplorando l’uso della blockchain per migliorare i processi interbancari e diverse aziende italiane stanno sperimentando soluzioni basate sulla blockchain per la gestione della catena di approvvigionamento e altre applicazioni.

L’approccio del governo di coalizione alle criptovalute sarà probabilmente un atto di equilibrio.

Se da un lato ci potrebbe essere un sostegno all’innovazione e una spinta a fare dell’Italia un hub per la tecnologia blockchain, dall’altro ci saranno pressioni per garantire misure normative rigorose al fine di evitare ogni sorta di abusi.

L’Unione Europea e i regolamenti MiCA


Su scala più ampia, le imminenti normative dell’Unione Europea sui mercati degli asset crittografici (MiCA) sono destinate a creare un quadro normativo unificato per il settore delle criptovalute in tutti gli Stati membri.

Questi regolamenti mirano a fornire certezza giuridica, proteggere i consumatori e sostenere l’innovazione. La legge MiCA, che entrerà pienamente in vigore alla fine del 2024, coprirà vari aspetti del mercato delle criptovalute, tra cui le stablecoin e le ICO.

Al Parlamento Europeo sono stati rieletti legislatori chiave come Stefan Berger e Ondrej Kovarik, che hanno contribuito in modo determinante alla definizione della politica europea sulle criptovalute.

La loro presenza al Parlamento garantisce stabilità e continuità nel rimescolamento normativo. Berger, noto per il suo apporto al MiCA, è favorevole a una regolamentazione equilibrata che sostenga l’innovazione e garantisca la protezione dei consumatori.

La sua influenza potrebbe garantire un’attuazione efficace dei nuovi regolamenti.

Cosa pensano gli esperti?


La situazione politica in Europa sta cambiando e sta creando potenziali cambiamenti anche per il settore delle criptovalute.

Il responsabile dello sviluppo commerciale di UpGate, Sergei Peshkov, e il cofondatore di Cogito Protocol, Nejc Žnidar, hanno espresso le loro opinioni in merito.

L’Europa non è una regione uguale per tutti, ogni Paese ha le sue peculiarità politiche ed economiche, ma il sostenimento della crescita economica a fronte dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento dei costi delle prestazioni sociali, rappresenta una sfida comune.

In questo contesto, l’industria delle criptovalute si trova a un punto critico, in quanto è percepita come una lucrosa fonte di entrate fiscali. Peshkov sottolinea che:

“Sia per i partiti di destra che di sinistra, l’industria delle criptovalute è una potenziale fonte di entrate fiscali. Di conseguenza, indipendentemente dai cambiamenti politici, una regolamentazione delle criptovalute che consenta una tassazione efficiente è probabile”.

Si ha l’impressione che i partiti di destra siano favorevoli a una minore regolamentazione, potenzialmente in grado di favorire l’industria delle criptovalute. Tuttavia, Peshkov ha evidenziato che:

“I partiti di destra potrebbero sostenere una minore pressione fiscale sulle industrie delle criptovalute, ma questo non implica necessariamente una minore regolamentazione. L’UE tende a essere burocratica ed è orientata verso un approccio unificato”.

Žnidar ha aggiunto:

“Una minore regolamentazione non significa automaticamente che sia migliore per l’innovazione. Abbiamo bisogno di leggi ragionevoli e informate in grado di allinearsi alle nuove tecnologie”.

Sebbene il clima politico europeo sia cruciale, il suo impatto sul mercato globale delle criptovalute potrebbe essere limitato. Peshkov osserva che:

“Un cambiamento del clima politico nell’UE potrebbe scuotere le cose per gli utenti europei di criptovalute, ma è improbabile che questo fattore da solo cambi il panorama globale, poiché questi rappresentano meno del 4% degli utenti di criptovalute a livello globale”.

Žnidar ha concluso aggiungendo:

“L’attuale ambiente politico ha il potere di spostare il sentimento verso le criptovalute in modo dinamico ma, nella fase attuale, le persone al di fuori dei gruppi di lavoro e dei dipartimenti incentrati sulla blockchain stanno iniziando a capire che le crypto non equivalgono automaticamente a una truffa”.

La strada da percorrere


Guardando al passato, i cambiamenti politici hanno sempre influenzato i mercati finanziari e lo scenario attuale in Europa non è diverso.

I dati storici rivelano che l’instabilità politica spesso spinge gli investitori verso asset più sicuri. Bitcoin, per esempio, ha registrato forti rialzi durante le incertezze della Brexit e la crisi dell’Eurozona.

Attualmente, con i partiti di destra che hanno guadagnato terreno, il panorama è pronto per potenziali cambiamenti nella regolamentazione delle criptovalute.

I partiti Conservatori e Riformisti Europei (ECR) e Identità e Democrazia (ID), che sostengono entrambi politiche economiche meno restrittive, hanno aumentato la loro influenza.

Se dovessero guidare l’agenda legislativa, potremmo assistere a una riduzione delle normative più rigide, il che porterebbe l’Europa a posizionarsi potenzialmente come un hub più attraente per gli investimenti in criptovalute. Ma si tratterebbe di un cambiamento complesso.

Se da un lato l’ascesa dei partiti di destra potrebbe sostenere l’innovazione e attrarre gli imprenditori delle criptovalute, dall’altro sarà fondamentale bilanciare questo aspetto con le preoccupazioni ambientali e garantire misure rigorose contro le attività illecite.

L’Europa coglierà l’opportunità di essere leader nel mercato globale delle criptovalute? Solo il tempo potrà dirlo.

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