L’Irlanda è la nuova destinazione preferita delle società crypto?

Gaia Tommasi
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Irlanda

L’azienda britannica di infrastrutture per crypto Ramp Network ha scelto l’Irlanda come sede europea. La società non è la sola. Un numero sempre maggiore di società vede nel Paese l’ambiente ideale per il loro sviluppo.

A spingerle verso l’Irlanda sono diversi fattori, come un ecosistema normativo favorevole e un dialogo costruttivo con le autorità di regolamentazione, oltre che le basse aliquote fiscali.

In un’intervista con il media Irish Independent pubblicata domenica scorsa, Steven Eisenhauer, responsabile dei rischi e della conformità presso Ramp, ha spiegato che l’Irlanda è diventata la destinazione preferita per le società crypto, mentre attendono un quadro normativo per la supervisione del settore. Si tratta di un notevole cambiamento per il settore che tendeva a puntare più all’Europa orientale per l’approvazione delle normative.

Eisenhauer ha dichiarato:

“Costruire la fiducia dei consumatori è la cosa più importante per noi, perché purtroppo è stata danneggiata in questo settore”. L’Irlanda, nonostante le sue dimensioni, è diventata un operatore rilevante con circa 12 fornitori di servizi di asset virtuali registrati.

“Stimerei che la metà delle società crypto che stanno cercando di stabilirsi prima del MICA [il regolamento dell’UE sui mercati dei crypto-asset] stiano guardando all’Irlanda. In realtà si tratta di Irlanda, Francia, in parte la Germania e forse il Belgio”.

“Ci sono state storie sensazionalistiche che sono diventate ottimi documentari su Netflix, ma noi non abbiamo intenzione di essere una di quelle”.

Un rapporto collaborativo con la Banca Centrale d’Irlanda (CBI)


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Ramp Network è una startup fintech britannica che mira a colmare il divario tra asset crypto e valute fiat, consentendo agli utenti di convertire i loro euro, dollari e altre valute fiat in diversi asset crypto in oltre 150 Paesi e territori.

Si è assicurata la registrazione in Irlanda come fornitore di servizi di asset virtuali in modo da poter stabilire dei circuiti di pagamento in quel Paese. E la scelta dell’Irlanda non è stata dettata dalla ricerca di scappatoie normative, ma piuttosto dalla volontà di cercare dei veri regolatori.

“Scegliere l’Irlanda come sede dell’UE è stato per noi un modo per andare verso i veri regolatori piuttosto che scappare dai regolatori”, ha affermato Steven Eisenhauer.

Inoltre l’azienda ha elogiato l‘approccio positivo e collaborativo della Banca Centrale d’Irlanda (CBI), riconoscendo la sua capacità unica nel trovare un equilibrio tra il sostegno alle imprese e la tutela dell’integrità del sistema. Un approccio che garantisce che la registrazione come fornitore di servizi sia un processo rigoroso e legittimo.

Inoltre ha sottolineato che la CBI, tradizionalmente percepita come più rigorosa rispetto ad altri organismi di regolamentazione, si è impegnata a reclutare personale qualificato con esperienza diretta nel settore crypto. Secondo Eisenhauer, questa scelta ha portato ad una migliore comprensione degli asset crypto da parte della CBI. A differenza di altri enti regolatori, ha assunto esperti in grado di cogliere le sottili sfumature del settore.

“C’è sicuramente la sensazione che la CBI abbia fatto un passo avanti in termini di conoscenza delle criptovalute”, ha aggiunto Eisenhauer. “Non tutte le autorità di regolamentazione hanno assunto talenti in grado di parlare la stessa lingua”.

Circle lascia l’Irlanda e punta agli Stati Uniti


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Ma non tutte le società crypto condividono questo sentiment. Ad esempio, l’emittente di stablecoin Circle ha annunciato il suo trasferimento della propria sede legale dall’Irlanda agli Stati Uniti. Secondo un portavoce, la controllante di Circle aveva presentato la documentazione necessaria all’Alta Corte della Repubblica d’Irlanda per il trasferimento della società negli Stati Uniti.

Un evento insolito, considerando che molte società scelgono l’Irlanda per il suo ambiente commerciale favorevole e le sue basse aliquote fiscali. L’aliquota d’imposta sulle società è di appena il 12,5%, nettamente inferiore a quella della maggior parte degli altri Paesi europei.

Inoltre l’anno scorso, anche l’exchange crypto Coinbase ha scelto l’Irlanda come base per le operazioni nell’UE in base alle imminenti normative MiCA. Questa decisione è stata influenzata dalla reputazione dell’Irlanda come paese accogliente per le imprese fintech e per la qualità del suo organismo regolatore.

L’impatto del MiCA sulle imprese crypto


Per ottenere l’autorizzazione come Cryptocurrency Asset Service Provider (CASP) ai sensi del regolamento dell’Unione Europea MiCA, una società deve avere una sede legale in uno Stato membro dell’UE dove svolge parte delle sue attività e deve avere un direttore residente. Oltre a Coinbase, altre società hanno ottenuto licenze in Irlanda.

Ad esempio l’exchange crypto Kraken si è assicurato una licenza di istituto di moneta elettronica in Irlanda a settembre, mentre Zodia Market, sostenuta da Standard Chartered, ha ottenuto la registrazione in Irlanda a ottobre.

Il regolamento sui mercati degli asset crypto (Markets in Crypto Assets Regulation, MiCA) sarà implementato in diverse fasi, con una data di entrata in vigore prevista per luglio di quest’anno. Le disposizioni relative alle stablecoin saranno le prime ad essere applicate, mentre quelle che riguardano altri asset crypto e i fornitori di servizi e le disposizioni di conformità entreranno in vigore a partire da gennaio 2025. Questo approccio graduale consentirà ai CASP e ad altri soggetti interessati di adattarsi progressivamente al nuovo panorama normativo.

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