Perché Cardano è una security ed Ethereum no? Parliamone…

Christian Boscolo
| 2 min read

In questi giorni a tenere banco nel mondo delle criptovalute è senza dubbio la crisi delle altcoin, dovuta in gran parte alla lista nera della SEC.

L’ente borsistico americano ha infatti dichiarato nelle diverse cause contro Binance, Coinbase e altri exchange, che alcune altcoin devono essere considerate security, ovvero titoli azionari.

Tra i token menzionati dalla SEC figurano: SOL, ADA, MATIC, FIL, SAND, AXS, CHZ, FLOW, ICP, NEAR, VGX, DASH e NEXO.

Perché non tutti i layer1 sono security?


La prima domanda a sorgere spontanea è proprio questa. Perché Solana e Cardano, che strutturalmente sono dei layer 1 come Ethereum vengono considerati security mentre la valuta di Vitalik Buterin, almeno per il momento, sembra essere salva?

Questa incongruenza è importante per capire che la SEC non ha intenzione di basarsi su fattori oggettivi, come il funzionamento e quindi la destinazione d’uso di una crypto, nella sua valutazione di security o commodity.

Insomma, senza volerlo la SEC ha fornito una linea guida importante. Se un layer 1 viene indicato come security, questo non vuol dire che tutti i layer 1 siano security. E sviluppando lo stesso ragionamento, si può allargare il postulato anche ad altre categorie come le stable coin, gli oracoli, i layer 2 e via discorrendo.

E allora quali sono le discriminanti adottate dalla SEC?

Le ICO nel mirino della SEC?


Secondo la SEC il cosiddetto “test di Howey” si applica a qualsiasi contratto, schema o transazione, indipendentemente dal fatto che abbia o meno le caratteristiche tipiche dei titoli.

L’analisi di Howey si concentra non solo sulla forma e sui termini dello strumento stesso (in questo caso, la risorsa digitale), ma anche sul modo in cui viene offerta, venduta o rivenduta.

E quindi Cardano e Solana cosa sono?


In realtà l’applicazione del test da parte della SEC è spesso sembrata piuttosto fantasiosa. Tra i fattori che incidono ci sarebbe dunque anche la vendita attraverso ICO, oltre al discorso decentralizzazione.

Come ha sottolineato Dan Gambardello, Cardano ha già fatto sapere che la sua ICO è stata lanciata in Giappone, quindi al di fuori degli USA e non disponibile per gli utenti americani, inoltre la sentenza LBRY ha stabilito che le vendite sui mercati secondari non possono essere considerate vendite di titoli.

Insomma, le classificazioni della SEC sono piuttosto vaghe e rischiano di finire per anni nelle aule dei tribunali con esiti incerti. Sarebbe molto meglio affidarsi a criteri oggettivi piuttosto che a interpretazioni poco convincenti del test di Howey.

Anche il criterio della decentralizzazione potrebbe diventare un grosso boomerang visto che, a parte bitcoin, oggi si fa davvero fatica a trovare una criptovaluta che non sia centralizzata.

Difficile anche affidarsi ad altre classificazioni, come ad esempio quella relativa agli algoritmi di consenso POW e POS.

Leggi Anche:

Segui Cryptonews Italia sui canali social