Russia: Pene più severe se i criminali utilizzano le crypto

Marcello Bonti
| 2 min read

La Corte Suprema Russa ha stabilito che le transazioni da Bitcoin (BTC) a valuta corrente effettuate da criminali possono essere considerate riciclaggio di denaro.

La notizia è stata riportata dal media russo RAPSI, la Corte Suprema si è espressa a proposito del caso di un cittadino russo che spacciava stupefacenti accettando pagamenti in criptovalute.

Droga in cambio di Bitcoin


Il tribunale ha confermato le accuse a carico dell’individuo che produceva e vendeva mefedrone, uno stimolante sintetico illegale, e “riceveva denaro dagli acquirenti in [Bitcoin]”, che poi convertiva in rubli.

Quindi procedeva a trasferire questi soldi su conti e carte intestate alla figlia della sua convivente.

Un tribunale di grado inferiore lo aveva inizialmente giudicato colpevole di traffico di droga, ma lo aveva assolto dall’accusa di riciclaggio di denaro.

Già accusato di spaccio in un processo di grado inferiore, non era stato accusato anche di riciclaggio di denaro perché le transazioni finanziarie in valuta corrente da Bitcoin non potevano essere considerate “riciclate” a meno che non fossero state “introdotte nel circuito economico”. La Corte Suprema però ha impugnato e ribaltato la sentenza.

L’uomo aveva ottenuto proventi per circa 100.000 rubli (1.000€) dalla sua attività di spaccio.

L’accusa di riciclaggio di denaro


A ricorrere in giudizio sono stati i procuratori, insoddisfatti dall’esito iniziale della sentenza, e hanno portato il caso all’Alta Corte.

Anche l’Alta Corte ha confermato il verdetto originale. Quindi il caso è arrivato alla Corte Suprema, il massimo grado di giudizio del paese.

La lettura che ne ha fatto la Corte Suprema ha ribaltato le conclusioni raggiunte finora.

L’interpretazione del testo relativo del Codice penale, che riguarda il “riciclaggio di fondi ottenuti con mezzi criminali”, è stata estesa a tutte le transazioni finanziarie che rappresentano proventi di attività criminali.

Il tribunale ha affermato che, anche se il condannato non ha effettivamente utilizzato i fondi, il semplice trasferimento del denaro sul conto bancario di un’altra persona dimostra che il contante era già di fatto in “circolazione nell’economia”.

I pubblici ministeri hanno presentato prove dell’uso di “strumenti tecnologici” per mascherare l’origine del denaro versato sui conti della figlia della compagna.

I proventi in Bitcoin da attività criminali equivalgono a riciclaggio: Cosa implica la decisione della Corte russa


La Corte Suprema ha stabilito che il codice penale può essere interpretato nel senso che “i fondi convertiti a partire da beni virtuali” possono essere considerati riciclati se sono stati “acquisiti come risultato di un’attività criminale”.

La Corte ha citato il precedente di una sentenza del 2019 in cui un giudice della Corte Suprema ha stabilito che “l’acquisto di criptovalute per ottenere proventi criminali” può essere considerato una forma di riciclaggio di denaro.

È probabile che i tribunali e i pubblici ministeri utilizzino la sentenza come precedente giudiziario.

Questo renderà probabilmente più facile il sequestro di token in futuri casi legati alle criptovalute.

Significherà anche che i tribunali potranno emettere sentenze molto più severe nei casi in cui sono coinvolte le criptovalute.

All’inizio di questo mese, i servizi segreti russi hanno arrestato con l’accusa di tradimento un cittadino che avrebbe inviato una donazione in criptovaluta alle forze armate ucraine.

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