Sam Bankman-Fried si rifiuta di testimoniare davanti al comitato della Camera degli Stati Uniti: ecco cosa sta succedendo

Ruholamin Haqshanas
| 2 min read

 

Un nuovo capitolo si aggiunge all’epopea iniziata con la bancarotta di FTX, dove il principale protagonista è proprio il suo ex CEO e fondatore Sam Bankman-Fried. L’ultima notizia che riguarda l’ormai famigerato imprenditore è quella del suo rifiuto a comparire davanti al comitato della Camera degli Stati Uniti per offrire la sua testimonianza.

Lo scambio di messaggi su Twitter

In un tweet indirizzato alla commissione per i servizi finanziari e alla presidente Maxine Waters, lo stesso Sam Bankman-Fried ha dichiarato di non essere pronto perché non ha ancora finito di riesaminare il caso e capire berne quello che è accaduto.
 

 

Nel tweet SBF afferma: “Non appena avrò finito di apprendere e rivedere ciò che è accaduto – ha dichiarato – mi sentirò in dovere di comparire davanti al comitato per fornire tutte le spiegazioni del caso. Non sono sicuro che questo possa accadere entro il 13 dicembre, ma testimonierò non appena sarò pronto.”

Il breve messaggio di SBF vuole essere una risposta al tweet che Maxine Waters ha pubblicato il 2 dicembre, invitando pubblicamente Sam Bankman-Fried a comparire nell’udienza del 13 dicembre e testimoniare sugli eventi che hanno portato alla bancarotta di FTX.

Già il mese scorso, il comitato per i servizi finanziari della Camera degli Stati Uniti aveva annunciato l’intenzione di indagare sugli eventi relativi al crollo di FTX. L’udienza è stata fissata per dare modo a tutte le aziende e persone coinvolte nel caso, incluso ovviamente Sam Bankman-Fried, la possibilità di fornire la loro versione dei fatti. In contemporanea all’annuncio del comitato per i servizi finanziari, Maxine Waters aveva rilasciato una dichiarazione in cui affermava che il crollo di FTX “rappresenta un esempio lampante di quanto accaduto a tutte le altre piattaforme di criptovalute crollate nel corso dell’anno precedente.”
 

Maxine Waters proseguiva la sua dichiarazione aggiungendo che “…bisogna agire a livello legislativo per garantire che alle entità che operano nel mercato delle risorse digitali venga impedito di agire nell’ombra, senza una chiara regolamentazione e al di fuori di ogni controllo da parte del governo federale.”

Le opinioni sulla presunta colpevolezza di Sam Bankman-Fried

A dispetto dei continui appelli al pubblico dove si ostina a dichiarare la sua estraneità ai fatti, gli utenti del mercato delle criptovalute sono convinti che Sam Bankman-Fried sia responsabile e che si sia appropriato indebitamente di miliardi di dollari dei suoi clienti.

Quello che sta facendo infuriare i membri della comunità crittografica, inoltre, è la convinzione che gli inquirenti non abbiano avuto la giusta cattiveria. Le persone, e in particolar modo gli investitori che sono stati danneggiati, temono che Sam Bankman-Fried potrebbe cavarsela con poco. A gettare ulteriore benzina sul fuoco ha contribuito anche il tweet di Elon Musk, un breve post in cui il CEO di Tesla e SpaceX accusa SBF di aver elargito oltre $ 1 miliardo al Partito Democratico.

L’ipotesi di Musk va ad avallare la precedente dichiarazione del cofondatore e CEO di ScienceIO, Will Manidis, che oltre a esprimere la stessa opinione in un tweet precedente si è spinto fino a dichiarare che la donazione sia stata effettuata proprio allo scopo di sottrarre SBF al controllo normativo e al rischio di finire in prigione.

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