Secondo JP Morgan Il 78% dei trader istituzionali non è interessato alle criptovalute

Christian Boscolo
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Un sondaggio condotto da JP Morgan su oltre 4.000 partecipanti ai mercati finanziari ha rivelato un interesse crescente per Bitcoin e altre criptovalute da parte degli operatori istituzionali.

Sempre secondo il sondaggio però, il 78% di questi operatori non ha intenzione di negoziare asset digitali nel breve termine.

L’anno scorso, il 72% degli operatori aveva dichiarato che non avrebbe aggiunto asset crittografici al proprio portafoglio e diversi analisti avevano indicato nella mancanza di regolamentazione la ragione di questa scelta.

Solo il 9% delle aziende vuole negoziare asset digitali, con un leggero aumento dell’1% rispetto allo scorso anno, quando gli investitori hanno dovuto affrontare il fallimento dell’exchange FTX.

Per quanto riguarda le prospettive, nessuna delle aziende che attualmente non negozia asset virtuali prevede di aprire questa divisione nei prossimi cinque anni, nonostante il 14% abbia risposto positivamente lo scorso anno. I risultati del sondaggio 2023 mostrano anche che il 6% dei partecipanti inizierà a negoziare asset digitali nei prossimi 12 mesi.

Sebbene i dati mostrino una posizione nettamente contraria al mercato delle criptovalute, gli aspetti positivi sono riscontrabili nel 12% dei 4.000 trader che desiderano acquisire un’esposizione al mercato sulla base dei recenti sviluppi.

Inoltre, ai partecipanti al sondaggio d è stato chiesto quale sarà la prossima grande tecnologia nel trading e molte aziende hanno indicato l’intelligenza artificiale (AI) prima della tecnologia dei libri mastri distribuiti (DLT), ovvero la blockchain.  Mentre il 61% ha votato per l’IA, solo il 7% ha sostenuto la tecnologia blockchain.

Truffe e incertezza danneggiano il mercato


Per gli analisti il grosso ostacolo a un’adozione di massa sono le numerose truffe che in questi anni hanno flagellato il settore.

I frequenti hack, che costano milioni agli investitori, sono tra le ragioni che spingono i trader istituzionali e gli operatori di mercato a tenersi lontani dal mercato delle criptovalute.

L’anno scorso il mercato ha perso 2 miliardi di dollari a causa delle truffe. Nel 2022, il crollo di Terra Network e la successiva implosione di FTX hanno spazzato via milioni di dollari dal mercato.

Negli Stati Uniti, le autorità di regolamentazione hanno intentato diverse cause contro le società di criptovalute. Questo ha indotto alcune aziende (Coinbase, ndr) a pensare ad un trasferimento in altre giurisdizioni.

Tutte queste condizioni di mercato hanno portato a una riduzione degli investimenti da parte degli operatori finanziari tradizionali. Tuttavia, le recenti attività, come l’approvazione dell’ ETF Spot su Bitcoin, hanno lasciato presagire un’inversione di tendenza.

 

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