Secondo un ex-procuratore federale, Sam Bankman-Fried dovrebbe preoccuparsi di finire in prigione

Fredrik Vold
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L’ex procuratore federale e avvocato Renato Mariotti, che già in precedenza si è occupato di casi inerenti transazioni in derivati finanziari, ha rilasciato un’intervista alla CNBC dove ha dichiarato che il crollo FTX gli sembra “un caso di frode addebitabile”. Questo significa che Sam Bankman-Fried rischia seriamente di finire in prigione. Secondo Mariotti la frode è un reato penale che può costare anche il carcere a vita a coloro che lo commettono.

Nel caso del crollo di FTX bisogna determinare se si è effettivamente verificata la frode e se c’è stata una reale responsabilità da parte di Sam Bankman-Fried nell’indurre i clienti a credere di avere la disponibilità dei propri fondi mentre in realtà erano stati usati come garanzia per i prestiti e altri scopi.

Negli ultimi giorni era già stata affrontata la questione dei trasferimenti di denaro alla società Alameda Research, e la conseguente discussione su come quest’ultima stesse ingannando gli investitori. Nel ripetere queste notizie, però, Mariotti non dice nulla che non sia già stato detto in precedenza.

Quel che interessa maggiormente, invece, è riportare il suo punto di vista secondo il quale i pubblici ministeri, quasi sicuramente, faranno leva sul fatto FTX nell’utilizzare i fondi dei clienti ha violato il dovere fiduciario e che quindi ci sono tutti i presupposti per dichiarare la frode.

Tre minacce legali nei soli Stati Uniti

Richard Levin, partner dello studio legale Nelson, Mullins, Riley & Scarborough, SBF sostiene inoltre che Sam Bankman-Fried e i dirigenti di FTX potrebbero potenzialmente trovarsi nella situazione di dover affrontare tre diverse minacce legali. 

La prima consisterebbe in un’azione penale da parte del DoJ, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, circa le potenziali “violazioni delle leggi sui titoli, sulle frodi bancarie e sulle frodi telematiche”. 

La seconda minaccia sarebbe l’azione di contrasto civile, portata avanti da organi regolatori come SEC o CFTC e da ulteriori enti regolatori a livello statale.

La terza minaccia, infine, invece dalle potenziali azioni collettive avviate dagli investitori.

Bankman-Fried replica: “Non è questo ciò su cui mi sto concentrando adesso”

Le affermazioni dei due legali, però, non sembrano preoccupare molto SBF, che durante la controversa intervista rilasciata ad Andrew Ross Sorkin della CNBC, non è apparso per niente turbato dalla possibilità di incorrere in una responsabilità penale in merito al caso FTX.

L’ex CEO di FTX ha sempre ribadito di non aver mai tentato di commettere frodi e che l’exchange FTX ha sempre rappresentato un vero e proprio business per lui, di conseguenza ha vissuto il crollo dell’azienda come un vero shock.

Al momento non è dato sapere se la mancata preoccupazione di SBF nei confronti di una possibile responsabilità penale sia fondata e che lui sia stato realmente all’oscuro dell’operato dei dirigenti. Oppure, come pensano in molti, il suo sia stato un piano consapevolmente orchestrato dal quale poi l’ex CEO di FTX ha pensato di poterne uscire grazie alle recenti e sostanziose donazioni effettuate al Partito Democratico e a quello Repubblicano. Per conoscere gli ulteriori sviluppi di questa storia, quindi, non ci resta che attendere l’udienza programmata per il 13 dicembre.

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