Bitcoin sempre più green: il mix di energia sostenibile impiegato dal mining supera il 50%

Sauro Arceri
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Nel corso degli anni, i dati relativi al consumo energetico di Bitcoin (BTC) che hanno destato serie preoccupazioni per diversi trimestri, sono diventati più sostenibili.

Un nuovo rapporto di Bloomberg mostra che il mix di energia sostenibile impiegato per il mining di Bitcoin è superiore al 50%; questi dati indicano un rapporto di crescita climatica negli ultimi due anni migliore rispetto a quello di altri settori industriali.

L’analista Jamie Coutts ha spiegato che l’aumento del tasso di hash e la riduzione comparativa dell’impronta di carbonio potrebbero inaugurare la prossima fase degli investimenti istituzionali.

“Bitcoin si sta espandendo come rete monetaria globale mentre il suo impatto sulle emissioni di carbonio diminuisce. Pochi settori possono vantare un risultato del genere”.

Dall’ultimo dato dell’Università di Cambridge sul consumo energetico di Bitcoin nel 2022, gli analisti hanno sostenuto che la dipendenza dalle fonti di energia sostenibili è balzata dal 37% a ben oltre il 57% in pochi mesi, una crescita enorme in quanto più denaro si riversa sull’efficienza energetica.

L’attivista per il clima Daniel Batten si è unito a molti altri per prevedere un ulteriore cambiamento aggiungendo che nei prossimi anni Bitcoin diventerà neutrale dal punto di vista delle emissioni di carbonio.

“Entro il 2030, si prevede che la rete Bitcoin mitigherà dall’atmosfera una quantità di emissioni 10 volte superiore a quella prodotta adesso, un risultato sorprendente”.

Un calo per le emissioni di Bitcoin


Gli analisti di Bloomberg hanno fatto una valutazione concisa della situazione ad oggi, concludendo che c’è stato un calo significativo dell’utilizzo di energia derivata dai combustibili fossili.

Hanno sostenuto che l’intensità energetica del Bitcoin è scesa da 600 a 295,5 grammi di CO2 per KWH dopo che il divieto di estrazione in Cina e Kazakistan ha portato a un settore decentralizzato.

Un’importante questione sollevata, inoltre, è stata quella relativa al modo tradizionale e a quello nuovo di calcolare l’intensità energetica. Se la misurazione è effettuata in base alla capitalizzazione di mercato, per esempio, allora le emissioni risultano ancora inferiori.

Il prezzo di BTC è del 60% inferiore al suo massimo storico di 63.000 dollari, sebbene il valore della rete sia aumentato del 335% e l’hashrate del 286%. Secondo i dati, le emissioni di Bitcoin sono crollate del 75% per ogni dollaro di capitalizzazione di mercato.

Un’economia completamente nuova


L’aumento del costo del mining di Bitcoin ha avuto ripercussioni sui miners, portando alla vendita di asset, di riserve minerarie e a un passaggio ad hardware informatici di fascia alta.

Per sono alla ricerca di forme di energia più economiche che consentano di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, dando vita a una nuova economia per gli investimenti istituzionali.

“L’incentivo ad acquisire le fonti energetiche più economiche sta contribuendo all’aumento del tasso di hash della rete, riducendo al contempo le emissioni di carbonio del settore”.

Questo ha portato a un aumento del mining green di criptovalute, alimentato da energia solare o eolica, creando una transizione energetica perfetta mentre nell’ecosistema continuano a confluire miliardi.

Le criptovalute sono altamente volatili e non regolamentate. Nessuna tutela del consumatore. Potrebbe essere applicata una tassa sugli utili.

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