Coinbase annuncia la terza sessione di licenziamenti e taglia altri 950 dipendenti

Sauro Arceri
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Uno dei principali protagonisti del settore delle criptovalute, l’exchange Coinbase, ha annunciato una terza sessione di licenziamenti, riducendo l’organico di altri 950 dipendenti, pari al 20% della sua forza lavoro.  Ad annunciarlo è stato lo stesso CEO e cofondatore di Coinbase, Brian Armstrong, in una lettera inviata oggi ai dipendenti. 

Armstrong ha dichiarato di aver preso questa decisione per assicurarsi di “avere l’adeguata efficienza operativa per far fronte alle flessioni del mercato delle criptovalute”. Inoltre ha aggiunto che la decisione aiuterà la società a ridurre i costi operativi del 25% rispetto all’ultimo trimestre.

Armstrong ha dichiarato di aver preso questa decisione dopo aver esaminato diversi scenari per il mercato delle criptovalute nel 2023. Successivamente, il boss delle criptovalute ha dichiarato di aver dovuto lasciare andare alcuni dipendenti:

“Quando abbiamo esaminato i nostri scenari per il 2023 è diventato chiaro che avremmo dovuto ridurre le spese per aumentare le nostre possibilità di fare bene in ogni scenario”. Sebbene sia  doloroso separarsi dai colleghi, non c’era modo di ridurre le spese in modo significativ, senza prendere in considerazione modifiche all’organico.”

L’amministratore delegato ha inoltre accennato al fatto che verranno chiusi anche alcuni progetti che hanno minori probabilità di successo.

Coinbase è una delle tante società di criptovalute che sono state colpite duramente dal recente crollo che ha causato una perdita di circa 2.000 miliardi di dollari. Anche il prezzo del Bitcoin ha risentito pesantemente di questi eventi, infatti la criptovaluta di Satoshi Nakamoto è scesa a 17.000 dollari dopo che aveva raggiunto un picco di 65.000 dollari alla fine del 2021.

Coinbase ha iniziato a tagliare posti di lavoro nel giugno dello scorso anno. All’epoca, la società di criptovalute aveva motivato i licenziamenti dichiarando di essere “cresciuta troppo rapidamente” e di aver bisogno di ridimensionarsi nel tentativo di superare l’inverno delle criptovalute. Nella prima ondata di tagli vennero licenziati 1.100 dipendenti, pari a circa il 18% della sua forza lavoro globale.

All’inizio di novembre poi, in pieno inverno delle criptovalute, Coinbase ha licenziato altre 60 persone per ridurre ulteriormente i costi. “Siamo concentrati sull’ottimizzazione dei costi e sulla gestione della liquidità”, ha dichiarato l’exchange nel suo rapporto sugli utili del terzo trimestre.

Nel frattempo le azioni di Coinbase, che è stata quotata in borsa nell’aprile del 2021 e ha toccato un massimo storico di circa 370 dollari, sono scese in picchiata perdendo quasi il 90% del loro valore rispetto ai massimi storici. Le azioni della società hanno chiuso l’ultima giornata di contrattazioni lunedì a 38,27 dollari, in rialzo di oltre il 15% rispetto al fondo minimo toccato.

Coinbase non è stato l’unico exchange a ricorrere ai licenziamenti per ridurre le spese e cercare di superare indenne l’inverno delle crypto, anche quasi tutti gli altri principali exchange di criptovalute hanno annunciato licenziamenti. Nel frattempo alcune piattaforme di criptovalute di alto profilo, tra cui FTX, sono fallite aggravando ulteriormente il crollo del mercato delle criptovalute.

Coinbase ha subito un ulteriore colpo quando ha accettato di sborsare un totale di 100 milioni di dollari per risolvere un reclamo relativo a “carenze” nella conformità normativa.

 

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