Il prezzo di Monero subisce un calo del 17% dopo il delisting da parte di Binance

Aniello Raul Barone
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Dopo la dichiarazione da parte di Binance, relativa al delisting del privacy token dalla sua piattaforma, il prezzo di Monero ha subito un drastico calo ed è sceso del 17% nella giornata di ieri, martedì 6 febbraio.

Binance ha deciso di cancellare dalle sue liste quattro token: Aragon (ANT), Multichain (MULTI), Vai (VAI) e Monero (XMR). L’exchange ha dichiarato che la decisione è stata il risultato di una valutazione di routine degli standard e dei cambiamenti del settore.

Brevi cenni su Monero e sul concetto di Privacy Coin


Monero è al 36° posto tra le criptovalute, con una capitalizzazione di mercato di oltre 2,5 miliardi di dollari. L’ultima quotazione è stata di circa 140,67 dollari al momento della pubblicazione del report.

La criptovaluta Monero è una privacy coin, ovvero una particolare categoria di criptovalute progettate appositamente per preservare la privacy e l’anonimato degli utenti.

Il suo token nativo, XMR, è stato lanciato nel luglio 2014 come fork di Bitcoin basato su CryptoNote, ed è basato su tre diverse tecnologie che si concentrano sull’anonimato offuscando i dati relativi ai partecipanti e all’ammontare delle transazioni.

Monero, che in esperanto significa appunto moneta, impiega una crittografia unica per garantire l’anonimato delle sue transazioni. In un’epoca caratterizzata da una crescente trasparenza, il fascino di un token come Monero è evidente.

Tuttavia, le funzionalità di anonimato, che costituiscono la caratteristica principale delle privacy coin come Monero, hanno reso queste monete molto popolari nei mercati del darknet (la rete oscura) dove vengono utilizzate per transazioni e scopi illeciti.

Uno dei principali utilizzi illeciti di Monero è quello dei pagamenti ransomware. In questo particolare tipo di attacco, gli hacker infettano il computer della vittima con un virus che ne prende il totale controllo, chiedendo poi il pagamento di un “riscatto” per rimuoverlo.

Gli attacchi ransomware più famosi sono stati quello di WannaCry del 2017, che il governo statunitense ha attribuito agli hacker nordcoreani, e l’attacco informatico avvenuto nel 2021 0ai danni dell’oleodotto Colonial Pipeline, che è stato costretto a pagare un riscatto di 4,4 milioni di dollari in Bitcoin, buona parte dei quali sono stati in seguito recuperati dal governo federale degli Stati uniti.

Un altro esempio di uso illecito delle privacy coin è il mining di malware, noto anche come cryptojacking.

In questo caso, gli hacker incorporano malware all’interno di app o di siti web, il malware dirotta la potenza di elaborazione della CPU delle vittime orientandola verso l’estrazione illecita di Monero.

Verso la fine del 2017, le società che forniscono servizi di antivirus e antimalware hanno bloccato Coinhive, un’implementazione JavaScript incorporata in siti web e applicazioni. Coinhive agiva generando uno script alternativo alla pubblicità che utilizzava la CPU del computer degli utenti per estrarre criptovaluta Monero, mentre questi erano occupati nella fruizione dei contenuti del sito web o dell’app.

Inoltre, i minatori illegali pagavano ai proprietari dei siti web o delle applicazioni, una percentuale sulle monete estratte. Per questa ragione, molti siti web e app hanno nascosto ai loro utenti la presenza di Coinhive sulle loro piattaforme, di conseguenza lo script è stato bloccato dalle aziende che offrivano servizi e software antivirus, antimalware e adblocker.

Per avere un’idea della portata che ha avuto Coinhive durante il periodo in cui è stato attivo, basta dire che lo script malevolo era nascosto perfino nelle piattaforme di streaming di proprietà di Showtime e negli hotspot WiFi dei locali Starbucks presenti in Argentina.

Il delisting di Monero riaccende il dibattito sulle monete per la privacy


La decisione di Binance di cancellare Monero dal listino ha scatenato critiche su X, con un utente che ha dichiarato:

“Monero continua ad essere una delle migliori monete per la privacy sul mercato… o fuori dal mercato ora. Il fatto che Binance l’abbia rimossa non fa che dimostrare questo fatto”.

Binance non è l’unica ad aver eliminato le monete per la privacy. OKX ha preso una decisione simile l’anno scorso, rivelando l’intenzione di rimuovere otto monete incentrate sulla privacy, tra cui Monero, ZCash e Dash, citando la non conformità ai criteri di quotazione.

La conformità normativa e i suggerimenti degli utenti sono i fattori tipici di queste rimozioni, in quanto le monete per la privacy devono affrontare una maggiore pressione per aderire agli standard globali.

Le monete per la privacy hanno generato indagini sul loro potenziale coinvolgimento in attività criminali e sulla loro posizione legale in diverse nazioni.

 

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