Jeff Bezos ha venduto 8,5 miliardi di dollari di azioni Amazon per acquistare Bitcoin?

Lucio Prosperi
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Le speculazioni viaggiano da sempre a braccetto con le criptovalute. E adesso che Bitcoin che ha superato i $60.000, alimentato anche dall’interesse istituzionale, le voci di corridoio sono destinate ad amplificarsi ulteriormente.

Come per esempio quella che suggerisce che Jeff Bezos stia acquistando Bitcoin.

Questo rumor è stato originato da un post su X di Thomas Fahrer, co-fondatore di Apollo, che mette in fila una serie di congetture sulla possibilità che la principale criptovaluta potrebbe essere la ragione dietro la recente vendita di azioni da parte del proprietario di Amazon.

Ma quali sono le motivazioni che hanno spinto Fahrer a fare questa affermazione? Sostanzialmente quella che egli definisce come “billionaire FOMO”, ovvero la paura di perdere un’opportunità di guadagno che sembra colpire i miliardari (non essendolo, non possiamo confermare al 100% che esista davvero).

Dunque Bezos, notando la crescita di Bitcoin e le sue prospettive di ulteriori incrementi, non avrebbe retto la frustrazione e si sarebbe lanciato nell’acquisto di BTC, liquidando parte delle sue azioni di Amazon (probabilmente perché in quel momento aveva superato il plafond della carta di credito…).

Ci permettiamo di ironizzare perché, al momento, il buon Bezos non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito. E tanto meno esistono prove concrete che abbia effettivamente perfezionato l’acquisto.

L’unico elemento che potrebbe avvalorare questa congettura è il rapporto del 21 febbraio di Bloomberg che indicava come il fondatore di Amazon avesse venduto circa 50 milioni di azioni della società. Questa vendita che, centesimo più centesimo meno, gli ha garantito 8,5 miliardi di dollari, gli avrebbe permesso di avere i soldi per finire di pagare le rate dell’auto e acquistare qualche Bitcoin…

La festa con Saylor


Il post di Fahrer mostra anche una foto di Bezos in compagnia della sua fidanzata, Lauren Sanchez, durante una festa di compleanno su uno yacht (chissà se la vendita delle azioni è servita anche per finire di pagare le rate di quello…). Per contestualizzare, questa foto proviene da un articolo del New York Post pubblicato il 12 giugno 2023.

Sembra che a quella festa ci fosse anche il CEO di MicroStrategy, Michael Saylor, noto sostenitore di Bitcoin. Ebbene, potrebbe essere che i due, tra un cocktail e l’altro, siano finiti a parlare di affari e Saylor abbia convinto Bezos a investire nella criptovaluta: “Dai Jeff, prenditi qualche Bitcoin prima che li compri tutti io!”

Ci permettiamo di sollevare qualche dubbio sulla credibilità dell’articolo, soprattutto perché, dopo essere stato pubblicato, alcuni dettagli sono stati modificati nei giorni successivi. E non dettagli da poco.

Intanto è sparita la parte in cui si faceva riferimento al proprietario di MicroStrategy e poi è cambiata la località dove lo yacht era ormeggiato: dal porto di Gustavia, sull’isola di Saint Barthélemy (in Francia) a quello di Portofino.

Insomma, noi la notizia per dovere di cronaca l’abbiamo riportata ma sulla sua veridicità solleviamo qualche dubbio.

L’importanza dell’IA per le crypto

Di dubbi sul ruolo che l’intelligenza artificiale decentralizzata sta rivestendo nell’ambito delle criptovalute, invece, non ce ne sono. Come testimonia la capitalizzazione di mercato dell’ecosistema, che ha recentemente superato i 28,5 miliardi di dollari.

Diversi analisti crypto hanno evidenziato come i media mainstream considerino queste soluzioni come un’alternativa credibile a sistemi come ChatGPT di OpenAI. A supporto di questa tesi c’è questo estratto di un recente articolo di Forbes: “L’intelligenza artificiale decentralizzata promette di rivoluzionare il modo in cui si sviluppa l’intelligenza artificiale.”

L’intelligenza artificiale decentralizzata, infatti, offre diversi vantaggi rispetto a quelle che potremmo definire “tradizionale” (anche se è un termine che si fatica ad accostare a un elemento così nuovo): costi più contenuti, l’assenza della necessità di affidarsi a un intermediario e un maggior grado di trasparenza e inclusività nell’ambito industriale.

La nuova meme coin Scotty the AI, con una soluzione di intelligenza artificiale cross-over, sta beneficiando di questa tendenza, come testimonia il superamento del traguardo di $1 milione già raccolti durante la fase di prevendita.

La crescente velocità di affluenza nel progetto da parte degli investitori conferma come Scotty the AI sia una criptovaluta da tenere d’occhio.

Un dinamico mix tra meme e risoluzione di problemi


Essendo una criptovaluta orientata all’utilità, Scotty vanta una proposta di valore all’avanguardia, che punta a risolvere i problemi di sicurezza della blockchain grazie alla tecnologia dell’intelligenza artificiale.

In che modo? Analizzando algoritmi complessi e codice, individuando pattern e anomalie e sfogliando enormi quantità di dati in pochi secondi, cercando indizi e connessioni.

L’attrattiva principale del progetto, che ha catalizzato l’attenzione verso una prevendita diventata subito di successo, deriva dalla sinergia tra robuste soluzioni di intelligenza artificiale, risolutive di una problematica critica della blockchain, e tattiche di marketing native delle criptovalute.

Parlando della tokenomics, il 30% dell’offerta totale di Scotty the AI (520.370.637) sarà destinato direttamente alla comunità durante la prevendita. Il restante 70% dei token sarà suddiviso tra staking, marketing, sviluppo dell’ecosistema e quotazioni sugli exchange. Questo approccio alla distribuzione dei token riflette il desiderio del team di ottenere una crescita sostenuta nel lungo termine.

Con l’intento di incoraggiare il mantenimento a lungo termine e la partecipazione della comunità, Scotty the AI offre un meccanismo di staking, attualmente con un APY del 122%.  Allo stesso tempo, il prezzo della pre-vendita è destinato ad aumentare gradualmente nel corso della campagna, con il prossimo incremento previsto tra sei giorni.

 

 

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