L’indice della paura e dell’avidità delle criptovalute raggiunge il livello più alto dell’anno!

Sauro Arceri
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Il Crypto Fear and Greed Index, che funge da aggregatore della fiducia e dell’atteggiamento degli investitori nei confronti del mercato, ha raggiunto il livello più alto di quest’anno, indicando un crescente ottimismo e fiducia nell’investire in criptovalute.

L’indice, che va da 0 a 100 e si basa su fattori come la volatilità e il volume degli scambi, è salito a un punteggio che non si vedeva dal novembre 2021, quando Bitcoin ha toccato il suo massimo storico vicino alla soglia dei 70.000 dollari.

Secondo l’indice, con un punteggio pari a 68, gli investitori in criptovalute si trovano attualmente in uno stato di “avidità”. L’indice ha toccato un minimo di 6 l’anno scorso dopo il crollo di FTX, che ha visto il prezzo della principale criptovaluta scendere sotto i 18.000 dollari.

L’aumento dell’indice arriva in un momento in cui il prezzo della criptovaluta di punta Bitcoin ha registrato un’impennata, superando in modo significativo altri asset di rischio come le azioni. Al momento in cui scriviamo, BTC ha superato i 28.200 dollari, dopo essere salito di oltre il 30% in poco più di una settimana.

Sebbene un indice Crypto Fear and Greed elevato possa indicare un sentimento positivo, gli esperti avvertono che non dovrebbe essere l’unico fattore da prendere in esame. Gli investitori devono condurre ricerche approfondite e considerare anche altri fattori prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.

Come riporta CryptoGlobe, un rapporto pubblicato di recente da Goldman Sachs ha evidenziato che Bitcoin è l’asset che ha registrato le migliori performance da un anno all’altro, avendo superato sia l’oro che l’indice di riferimento del mercato azionario, l’S&P 500.

I prezzi dei titoli azionari sono stati in difficoltà a causa della crisi bancaria negli Stati Uniti e della conseguente fuga degli investitori verso asset più sicuri. In questa fuga, Bitcoin è stata la prima scelta degli investitori proprio a causa delle sue caratteristiche: ovvero la completa indipendenza rispetto a qualsiasi banca centralizzata o istituzione finanziaria.
L’aumento dei tassi d’interesse e dell’inflazione, infatti, ha portato al crollo di numerose banche, come Silicon Valley Bank (SVB) e Signature Bank, a cui si è aggiunta di recente anche Credit Suisse, una banca di 167 anni che è stata acquisita da UBS in un accordo sostenuto dalla Banca Nazionale Svizzera.

La Federal Reserve ha aumentato i tassi di interesse per fermare l’inflazione, il che ha portato le banche che hanno investito in obbligazioni a tassi di interesse bassi diversi anni fa a dover prendere una decisione difficile: vendere le obbligazioni in perdita per coprire i prelievi o raccogliere fondi altrove.

Il crollo di SVB ha segnato il più grande fallimento di una banca dalla crisi finanziaria del 2008 e ha mandato onde d’urto sui mercati finanziari globali. Anche il salvataggio di Credit Suisse da parte di UBS per 3,25 miliardi di dollari è stato un evento importante per il settore bancario.

L’amministratore delegato della società di servizi finanziari Swan Bitcoin, Cory Klippsten, ha recentemente dichiarato che BTC è “l’indice” e ha aggiunto che non c’è motivo di “scommettere sulle altcoin”, definendo al contempo un’opzione call su tutte le future criptovalute.

 

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