Mike McGlone, lo stratega di Bloomberg, avverte che un catalizzatore potrebbe far crollare i prezzi delle crypto

Sauro Arceri
| 2 min read

Mike McGlone, senior macro strategist di Bloomberg Intelligence, sostiene che un catalizzatore potrebbe spingere il Bitcoin (BTC) al ribasso. Prima di approfittarne per investire in Bitcoin a prezzi vantaggiosi, però, è meglio fermarsi un attimo e approfondire meglio la previsione di McGlone.

La recessione è alle porte?


In una nuova analisi sulle criptovalute, McGlone afferma che se la Federal Reserve continuerà ad aumentare i tassi di interesse per ridurre l’inflazione nonostante il rischio di recessione, tutto questo potrebbe esercitare una forte pressione al ribasso sugli asset di rischio come il Bitcoin.

“L’inasprimento della Fed nonostante il rischio di recessione potrebbe essere un vento contrario per la maggior parte degli asset di rischio, in particolare per le criptovalute. Gli investitori “buy-and-hold” dovrebbero richiedere un’assicurazione protettiva per la possibilità che il mercato orso non sia finito”.

McGlone si chiede anche se le criptovalute e le azioni potrebbero scendere più in basso di quanto non abbiano fatto durante i mercati ribassisti del 2022.

“E se le criptovalute e le azioni non avessero ancora visto i loro minimi? I prezzi delle criptovalute e delle azioni sono rimbalzati, il che potrebbe renderli vulnerabili alla ripresa delle traiettorie ribassiste del 2022. Il mercato azionario può essere una delle forze più potenti del mondo quando cala e l’irrigidimento della Fed e l’elevato rischio di recessione rappresentano forti venti contrari”.

McGlone afferma che 25.000 dollari è un livello di prezzo chiave per il Bitcoin e che marzo potrebbe indicare rapidamente se la criptovaluta resisterà nonostante l’inasprimento della politica monetaria della Fed.

“Il rapporto rischio/ricompensa potrebbe essere orientato verso venditori reattivi e tattici, con circa 25.000 dollari di Bitcoin che segnano una resistenza cruciale. Le criptovalute devono mostrare una forza sostenibile tra i timori che i minimi del 2022 per gli asset di rischio possano non essere dei bottom.

Il tasso dei fondi federali un anno fa era pari a zero e sta ancora aumentando, e i mercati sembrano sottovalutare i ritardi lunghi e variabili della politica monetaria, il che sembra un’ottima ragione per stare sulla difensiva. La nostra inclinazione è semplice: Gli asset di rischio devono dimostrare di essere resistenti all’inizio di marzo, dato che il tasso sui fondi federali era pari a zero un anno fa e si sta avvicinando al 5%”.

Il crollo del 3 marzo è un segnale?


L’analisi di McGlone è stata resa nota quasi in concomitanza all’inaspettato crollo di BTC ed ETH del 3 marzo, che ha visto scendere il loro prezzo del 5% in meno di un’ora. Si tratta forse di un segnale premonitore?

In realtà sembra che i motivi dietro l’improvvisa caduta di BTC ed ETH siano ben altri; entrambe le criptovalute, infatti, hanno già mostrato segni di ripresa, per quanto leggeri. Inoltre la situazione non è passata inosservata agli investitori, molti dei quali hanno colto l’occasione per acquistare approfittando del prezzo ribassato.

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