Intervista al CEO di BISON Ulli Spankowski – Parte 1: È il Momento di Costruire Prodotti Crypto, Perché l’Europa è Pronta e le Stablecoin Sono Strategiche

Gary McFarlane
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Ulli Spankowski, CEO di BISON app, CDO della Borsa di Stoccarda e fondatore di Sowa Labs

Presentiamo la prima parte di questa intervista esclusiva che Cryptonews ha fatto a Ulli Spankowski, capo dipartimento per gli asset digitali alla Borsa di Stoccarda, fondatore di Sowa Labs e dell’app BISON di cui è il CEO.

Durante una lunga chiacchierata, Ulli ha offerto interessanti indicazioni sugli sviluppi in ambito crypto e quale direzione ha preso il settore.

Ulli ha spiegato come le attuali condizioni del mercato possano aiutare le migliori compagnie di questo settore a dedicarsi con maggiore vigore allo sviluppo dei prodotti.

Ha spiegato come il rispetto del quadro normativo rappresenti da sempre l’obiettivo principale che ha perseguito l’app BISON, che è il fiore all’occhiello tra i prodotti dedicati agli asset digitali del sesto maggiore exchange crypto in Europa.

Dal suo punto di vista l’Europa ha un approccio intelligente nei confronti del cosiddetto MiCA (Market in Crypto Assets) cosa che riuscirà ad attirare compagnie al di fuori dell’area europea, con la conseguente creazione di nuovi posti di lavoro. Ulli è sinceramente convinto che le crypto rappresentino una grande occasione per l’Europa.

Ulli ha inoltre spiegato come sia cambiata nel tempo la partecipazione in questo settore e in generale del mercato. Sono sempre di più gli attori istituzionali coinvolti come ha potuto riscontrare direttamente grazie al lavoro di BISON e con i clienti e i partner istituzionali della Borsa di Stoccarda.  

E ancora, per Ulli le stablecoin sono soluzioni “intelligenti e brillanti” ma hanno i loro punti deboli. D’altra parte ha spiegato che le stablecoin rappresentano una “strategia” per consentire l’adozione da parte delle banche centrali. Seppure molto intelligenti, gli algoritmi rischiano di diventare un “vettore d’attacco contro questa strategia”, cioè potrebbero essere annullati dalle stablecoin ancorate fisicamente.  

Secondo Ulli, una solida regolamentazione delle stablecoin è quello che manca per segnare la fine della “manipolazione del mercato”.

Ritiene anche che le valute digitali delle banche centrali (CBDC) non sono in grado di rimpiazzare le stablecoin.

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Gary McFarlane (GM): La situazione in cui si trova il mercato in questo momento rappresenta una sfida per tutte le entità coinvolte nell’ambito degli asset digitali, ma offre anche opportunità. Perciò organizzazioni come la tua si trovano in una posizione privilegiata e, come immagino, possono godere di un solido bilancio. Raccontaci la tua prospettiva.

Ulli Spankowski (US): Sì, di fatto è così. In ambito europeo siamo il sesto maggiore exchange per quanto riguarda la capitalizzazione di mercato totale. Siamo quasi certamente tra i maggiori operatori internazionali in ambito borsistico [Börse Stuttgart] che ha, al momento, la maggiore esposizione sul mercato crypto. E sì, guardando da questa prospettiva i giorni nostri rappresentano una vera sfida.  

Dal punto di vista del consumatore il momento presente è piuttosto interessante. Si può leggere come un’occasione per entrare o ritornare nel mercato, e molte persone che hanno già una certa dimestichezza con il mercato crypto stanno cogliendo l’occasione. 

Considerando la prospettiva di una compagnia che opera sul mercato, di certo la sfida è importante come possiamo vedere riflesso in tutto il settore, o sbaglio? 

I profitti sono diminuiti più di quanto ci si aspettasse per tutti gli operatori legati al settore crypto così come per gli exchange e i marketplace di tutto il mondo. Molti exchange sono stati costretti a dimettere personale e attraversano un periodo davvero difficile.  

Eppure questo è lo scenario ottimale per concentrarsi sullo sviluppo del proprio prodotto e della strategia.

Cosa funziona bene, cosa potrebbe funzionare meglio? Cosa dovrebbe cambiare rispetto all’offerta del prodotto per migliorarlo in prospettiva di dover affrontare un nuovo periodo critico negli anni a venire? 

Credo si tratti di un approccio e di un’opportunità che molti dei nostri partner istituzionali stanno adottando. Stiamo facendo lo stesso concentrandoci molto sulle nuove strategie di crescita e sviluppando il nostro prodotto in modo da renderlo il più possibile completo per i nostri clienti.

 

GM: A questo proposito, si stanno vedendo molte istituzioni che hanno dedicato tempo allo sviluppo di strategie a alla ricerca e adesso hanno detto: Bene, facciamo così. Per esempio il NASDAQ di recente ha annunciato un’operazione di custody.

Perciò alcune istituzioni, così come gli investitori amatoriali, hanno colto l’occasione del crollo per attuare un approccio più equilibrato. E lo stesso hanno fatto anche quelle istituzioni che hanno ancora dei dubbi riguardo gli asset digitali, che però hanno compreso di dover dare risposta alla domanda della clientela e aprirsi alle crypto. È un approccio equo, tu come lo vedi?

US: Sono del tutto d’accordo. È chiaro che siamo nel bel mezzo di quello che è stato definito l’inverno crypto, vari eventi si sono accavallati, a partire dall’emergenza in Ucraina e la situazione molto critica dell’economia asiatica.

Le crypto nel corso, degli ultimi tre o quattro anni, si sono sviluppate in modo diverso dal punto di vista degli investimenti, che in un primo momento riguardavano solo gli investitori amatoriali. Adesso è cresciuto il numero di investitori istituzionali coinvolti.

Per colpa dell’inflazione e le politiche mondiali sulle variazioni del tasso di interesse, credo che molti investitori in ambito tech abbiano scelto di dirottare gli investimenti verso livelli di rischio più bassi. Questi profitti a basso rischio sono oggi più convenienti per via dell’aumento dei tassi di interesse.

Inoltre, la correlazione tra titoli tech e crypto ha contribuito in maniera significativa a far crollare la valutazione degli asset digitali.

Però, per collegarmi a quanto hai appena detto, credo che siano molti gli attori istituzionali che puntano sulle crypto nel lungo termine, lo deduco dalle relazioni coi partner con cui eravamo in contatto e i potenziali grossi clienti con cui eravamo in trattativa, insieme a quanto posso constatare dalle notizie.

Di fatto hanno speso grande energia per rendere i propri prodotti compatibili con i requisiti normativi. Non credo che si limiteranno a dismettere questo ramo limitandosi a non offrire più prodotti crypto in futuro.

È il caso specifico del ramo dei fondi d’investimento. Hanno appena iniziato a partecipare a questo settore e hanno molte richieste da parte del settore retail. Quindi sono incalzati affinché offrano questi prodotti che di fatto i clienti stanno chiedendo. So di molte partecipazioni istituzionali pronte ad arrivare nei prossimi due, tre anni, cosa che mi rende, diciamo così, sereno rispetto alla possibilità di avere queste al momento questa finestra aperta.

Va detto però che questa finestra è diversa rispetto a quello che abbiamo registrato negli anni scorsi, credo per via della contingenza di alcuni fattori in contemporanea, come la fuoriuscita degli investitori del settore tech di cui parlavo prima, insieme all’Ucraina e la crisi energetica connessa. Inoltre, è chiaro che ci sono anche problemi specifici legati al mercato crypto lending e la DeFi.

 

GM: BISON è noto per essere molto rigoroso e rigido riguardo il numero di asset offerti sul mercato, sono dieci criptovalute?

US: Esatto, al momento offriamo dieci criptovalute, ma tra pochi mesi dovremmo raddoppiare la nostra offerta crypto.

Inoltre, sì, sono convinto che questo è il modo di fare per portare avanti l’offerta, mettiamola così, delle più interessanti e rilevanti criptovalute, ovviamente che abbiano una capitalizzazione sufficiente a supportare una buona liquidità. Devi sempre tenere a mente chi è il tuo cliente e chi vuole comprare il prodotto.

Credo che non serva offrire centinaia o migliaia di crypto diverse. In particolare dobbiamo concentrarci sul volume del trading, dal momento che siamo attivi nell’ambito della negoziazione ed è questo l’elemento che genera il nostro profitto. Se hai token in listino che non vengono scambiati abbastanza, finisce col generare costi senza nessun guadagno.

Riteniamo che il nostro sia l’approccio giusto.

GM: Perfetto, passiamo all’aspetto regolamentare che è di fatto un grosso nodo. L’Europa è in testa tra le istituzioni mondiali ad aver adottato un regolamento in questo senso anche se il quadro normativo del MiCA non sarà pronto prima dei prossimi 18 mesi. Di nuovo, ritengo che con BISON siate in una posizione privilegiata perché siete tra le entità crypto più fortemente aderenti ai regolamenti in vigore. Questo rappresenta un vantaggio sulla concorrenza, corretto?

US: Sì, in verità hai evidenziato un aspetto importante. Le regole, dal nostro punto di vista, hanno sempre rappresentato un aspetto essenziale per portare il mercato crypto alle masse.

È chiaro che le regole sono essenziali in ambito retail specie per quanto riguarda la necessità di assicurare una protezione per i consumatori. Ma in generale non saresti in grado di introdurre un prodotto per tutti se non esistessero leggi adeguate per farlo.

Sin dall’inizio abbiamo preso una posizione favorevole a una completa regolamentazione delle crypto. Abbiamo bisogno delle direttive per la prevenzione del riciclaggio, delle licenze per operare, ecc. Senza di queste, credo che sia troppo difficile convincere i clienti amatoriali e professionisti tedeschi a partecipare. I tedeschi in generale sono meno propensi di altri ad assumersi rischi. Perciò ritengo che una regolamentazione sia un vantaggio, e noi rispettiamo le leggi.

È un’importante voce di costo, giusto? Sì, ed è più vantaggioso avere tutto in ordine quando sei abituato a farlo e in passato hai già organizzato il tuo modello aziendale nel rispetto dei regolamenti.

Quindi sì, ritengo che le regole rappresentino per noi un’opportunità, anche se devo confessare che a volte rispettare queste regole non è così immediato come realizzare i prodotti stessi.

Mettiamola così: ci sono altre borse, lo sai bene, che hanno avuto un certo successo aggirando la giurisdizione e manipolandola a seconda delle circostanze per riuscire a evitare certe limitazioni legali.

Secondo me, rispettare le norme ripaga nel lungo termine. Quindi la questione vera è: continuerai ad avere successo in ambito istituzionale pur avendo in passato raggirato la legge?

E i tuoi partner accetteranno il tipo di strategia che hai scelto di adottare?

Noi siamo molto a favore della regolamentazione. E tornando a quello che dici riguardo alla posizione dell’Europa rispetto al resto del mondo, credo che l’Europa abbia fatto qualcosa di molto intelligente. Perché non si tratta solo di regolamentazione, stiamo parlando di lavoro, corretto?

Avere un quadro istituzionalizzato per il trading di crypto e di altri asset digitali in Europa permette di avere un’area economica molto interessante dove anche altre compagnie possono scegliere di operare.

Se consideriamo l’esempio della Germania, abbiamo inventato molte cose in passato, che sono entrate in produzione nel resto del mondo, perché non ci siamo concentrati solo in quello che crea valore per noi.

Perciò credo che le regole giochino un ruolo importante. Credo che la Germania e l’Unione Europea lo abbiano compreso, realizzando un quadro normativo sulle crypto e gli asset digitali. Questo ci permette non solo di offrire prodotti, ma anche di creare posti di lavoro.

Credo che la blockchain e l’intero ambito degli asset digitali creeranno numerose opportunità di lavoro in futuro.

 

GM: Credi che l’esempio europeo possa diventare di riferimento per le autorità di vigilanza finanziaria e i legislatori nel resto del mondo?

US: Ovviamente ti guardi intorno per scoprire dove siano attuate le norme più solide per consumatori e istituzioni, per trovare ispirazione e metterle in pratica. 

Se credo che avremo mai un MiCA a livello globale? No, perché gli Stati adottano regolamenti protezionistici per tutelare la propria area economica dalla concorrenza esterna. Credo che si manterrà questa stessa attitudine anche per quanto riguarda le regolamentazione delle crypto.

 

GM: È chiaro, ma credi che in definitiva le norme assumeranno un carattere simile allo standard del FMI del “travel rule” che attribuisce un identificativo alle transazioni e così via, anche se i singoli Stati implementeranno regolamenti leggermente diversi?

US: Sì, potremmo vederlo a livello globale, in particolare per quanto riguarda le norme anti-riciclaggio. Ci saranno regole comuni in tutto il mondo sulle quali ritengo che tutti i paesi siano d’accordo. Credo, dal mio punto di vista, che serva a dare un’impronta ufficiale alla questione. Si tratta di un aspetto senza dubbio necessario.

 

GM: Quali saranno secondo te le conseguenze dei problemi legati alle stablecoin dopo quello che è successo a TerraUSD?

Assisteremo a un effetto domino nell’intero settore, specie per quanto riguarda le stablecoin algoritmiche? Determinerà un’accelerazione nella definizione delle leggi sulle stablecoin? Abbiamo parlato di quanto il settore necessiti di regolamenti, ma c’è il pericolo che questa regolamentazione vada troppo oltre?

Potrebbe presentarsi la possibilità che siano solo le banche a poter emettere stablecoin, o che i requisiti di capitalizzazione siano troppo onerosi per le normali compagnie crypto? Come credi che si svilupperanno le cose? Sono tante domande ma comincia pure da dove preferisci.

US: Le stablecoin rappresentano un ambito molto interessante. Per prima cosa credo che l’idea di avere stablecoin algoritmiche sia davvero intelligente e brillante. Però in ambito blockchain è davvero difficile riuscire ad avere successo così.

E qual è la ragione? Di base una stablecoin algoritmica è un tipo di strategia, corretto? È una strategia che le banche centrali hanno adottato in passato con tassi di cambio fisso quando una valuta è ancorata al valore di un’altra.

La differenza qui, dal mio punto di vista, è che una volta scolpita nella roccia, come dovrebbe essere una stablecoin algoritmica, non c’è poi molto margine di manovra per cambiare. Inoltre, apre completamente alla possibilità di un vettore d’attacco su quella strategia.

Poi tu mi chiedi se servono requisiti di capitali o regolamenti, io credo che questo potrebbe essere un problema. Credo sia importante avere regole che impediscano la manipolazione del mercato.

Se prendi l’esempio di Terra USD, è qualcosa che è successo alla sterlina quando credo che Soros abbia lanciato l’attacco che l’ha costretta ad uscire dal Meccanismo di cambio Europeo.

Se hai regole adatte a proibire la manipolazione del mercato, puoi di fatto rendere illegali questi interventi. E io credo che serva salvaguardare le stablecoin algoritmiche per contare su un sistema blockchain più trasparente.

Non sono sicuro al 100% se sia la cosa giusta da fare o no; credo che l’impatto delle stablecoin sia aumentato in maniera significativa nell’intero settore crypto. Ma credo che le stablecoin ancorate fisicamente abbiano più successo rispetto alle stablecoin algoritmiche.

 

GM: Credi che l’impatto delle stablecoin permetterà di accelerare lo sviluppo e l’adozione delle valute digitali delle banche centrali (CBDC)?

US: Al momento non credo che le valute digitali delle banche centrali possano rimpiazzare le stablecoin private, ma credo che il vero ruolo di una valuta digitale della banca centrale si vedrà quando avremo il MiCA, e quando crescerà l’attività degli asset digitali per quanto riguarda la digitalizzazione delle azioni e altre asset class che si servono della blockchain: credo che sarà allora che le valute digitali delle banche centrali giocheranno un ruolo davvero importante.

Credo che la vera spinta per le CBDC arriverà dopo che i regolamenti entreranno in vigore, con l’adozione della regolamentazione degli asset digitali nella loro fase pilota, per cominciare.

 

GM: Vedi dei pericoli per la privacy legati all’adozione di una CBDC? Una CBDC potrebbe dare alle autorità centrali la pericolosa capacità potenziale di controllare ogni singolo pagamento all’interno del sistema economico. Ma inoltre, potrebbe avere vantaggi credo. C’è da credere che sia questa la ragione dell’interesse da parte delle banche centrali. Quali sono i tuoi pensieri al riguardo?

US:  Non è facile stabilire quali saranno gli effetti socio-economici. Da una prospettiva tecnologica è particolarmente interessante. Tuttavia ho paura che le persone siano consapevoli di essere private della loro privacy. C’è un certo livello di privacy che le persone intendono mantenere.

E se posso parlare, diciamo, in particolare della popolazione tedesca e di me stesso come consumatore, credo che saranno in tanti a pensare che sia bello poter avere una valuta digitale della banca centrale da poter usare. Ma nel momento in cui pensi di abolire del tutto il sistema dei contanti, potrebbero esserci problemi con chi non è d’accordo.

Stando così le cose, non posso sapere esattamente come andranno le cose. Alla fin fine i governi sono eletti dal popolo. Quindi ci potrebbe essere un’opposizione significativa alla prospettiva di rinunciare del tutto alla privacy, e questo potrebbe creare maggiore spazio per le criptovalute che si concentrano soprattutto sulla privacy.