Perché è importante autocustodire le proprie private key?

Ruholamin Haqshanas
| 3 min read

 

Bitcoin
Fonte: AdobeStock / Talaj

 

Il 3 gennaio 2009, il primo blocco Bitcoin (BTC), noto anche come blocco Genesis, è stato estratto dal creatore dello pseudonimo del progetto Satoshi Nakamoto. Oggi sono esattamente tredici anni dall’evento e la comunità crypto festeggia il fatto che Bitcoin diventi un adolescente (Buon compleanno Bitcoin!).

Oggi c’è anche un’altra cosa: è il quarto Proof of Keys Day (PoK), un evento volto a esaminare se gli utenti di Bitcoin possiedono davvero le loro monete o meno, guidato dal famoso detto “not your keys, not your coins”.

Il sito ufficiale dell’evento spiega che “puoi considerare Proof of Keys un’esercitazione di prontezza al combattimento. Si spera che aiuti a prevenire ulteriori fastidiose schermaglie con coloro che disprezzano gli individui dotati di sovranità monetaria”.

L’evento è stato introdotto per la prima volta da Trace Mayer, un sostenitore di Bitcoin e conduttore del podcast sulla conoscenza di Bitcoin. L’idea alla base di questa giornata è semplice: mira a motivare gli utenti ad autocustodire le proprie private key.

Mayer ha detto che “l’idea di Proof of Keys è quella di mostrare alla comunità [crypto] che c’è ancora il controllo dei nostri fondi”, ha detto in un video di annuncio nel 2018. “Molte nuove persone sono entrate nella comunità … Penso che sia importante per noi di dichiarare e riaffermare regolarmente la nostra sovranità monetaria”.

Le private key di Bitcoin sono sequenze di numeri e lettere generate casualmente che funzionano come password per un wallet. Queste chiavi concedono potere asimmetrico agli individui dando loro la proprietà e il controllo totali sui dati, che possono essere bitcoin o un messaggio di testo. In termini tecnici, è praticamente impossibile per un hacker entrare in un wallet di Bitcoin e rubare i suoi fondi senza chiavi.

I sostenitori di Bitcoin supportano l’evento in quanto promuove l’etica centrale del decentramento di Bitcoin. Se un gran numero di possessori di Bitcoin conserva le proprie monete in un exchange, può rappresentare un rischio per la rete di Bitcoin, mettendo in pericolo una grande quota di monete, poiché le entità centralizzate sono soggette ad hacking e sfruttamento.

Inoltre, Bitcoin è stato creato come sistema di pagamento peer-to-peer (P2P). Nakamoto nel white paper di Bitcoin ha affermato: “Ciò che serve è un sistema di pagamento elettronico basato sulla prova crittografica anziché sulla fiducia, che consenta a due parti disposte di effettuare transazioni direttamente tra loro senza la necessità di una terza parte fidata”.

Pertanto, consentire a una terza parte di archiviare le private key di qualcuno è contro gli ideali di sovranità monetaria di Bitcoin.

Nel frattempo, la Bitcoin Association di Hong Kong è stata una delle prime a celebrare il PoK day, affermando che è “un grande giorno per ritirare le tue monete in un wallet che possiedi e controlli”.

In particolare, Trace Mayer, l’iniziatore dell’evento, è stato nascosto da un po’ di tempo dopo essere stato pesantemente criticato per aver presumibilmente fatto shilling di una moneta nel 2020.

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