Craig Wright è davvero il creatore di Bitcoin? Emergono nuove prove

Aniello Raul Barone
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Craig Write è un mitomane o ha davvero le prove per dimostrare di essere il vero creatore di Bitcoin, il misterioso Satoshi Nakamoto?

Durante la seduta di lunedì 19 febbraio un assist inatteso è arrivato in favore dell’autoproclamato creatore di Bitcoin, Craig Wright. Le novità emerse in tribunale potrebbero rivelare una volta per tutte chi è il vero Nakamoto e smentire la posizione della Crypto Open Patent Alliance (COPA).

La rivelazione è emersa durante la deposizione di un testimone che, pur avendo descritto Wright come una persona “molto fastidiosa”, ha comunque riconosciuto il suo potenziale legame con lo pseudonimo creatore di Bitcoin a causa della sua affinità con la cultura giapponese.

Nuove indiscrezioni sul lavoro di Craig Wright presso la Qudos Bank


Nella terza settimana della battaglia legale in corso tra la Crypto Open Patent Alliance (COPA) e Craig Wright, sono stati convocati tre testimoni chiave: il Chief Investment Officer (CIO) di Qudos Bank, David Bridges, e i cofondatori di nChain Max Layman e Stefan Matthews, i quali sono saliti sul banco dei testimoni lunedì.

Il primo a essere interrogato da Jonathan Hough, avvocato del COPA, è stato David Bridges. Questo ha rivelato che il sedicente fondatore di Bitcoin ha lavorato con la Qudos Bank come esperto informatico nel 2005.

Bridges ha osservato che Wright gli aveva consegnato diversi documenti e carte, che all’epoca gli erano diventati “molto fastidiosi”.

Alla domanda se uno dei documenti fosse un “whitepaper criminale”, come lo ha definito l’avvocato del COPA, Bridges ha risposto che potrebbe essere possibile.

Condividendo ulteriori dettagli, Bridges ha dichiarato che la maggior parte dei documenti si concentrava sui servizi forensi e informatici svolti da Wright per la banca australiana.

Il successivo punto all’ordine del giorno del team legale del COPA, era accertare se Wright avesse discusso con Bridges l’idea di un sistema di pagamento decentralizzato.

In una precedente dichiarazione, Bridges aveva affermato che Wright aveva proposto un sistema capace di sostituire la tradizionale rete SWIFT. Il CIO di Qudos Bank ha confermato la dichiarazione, ma ha detto di non conoscere bene i dettagli tecnici dell’idea di Wright.

Ha inoltre sottolineato che non conosceva ancora Bitcoin anche se era il 2010, anno in cui l’evento “Bitcoin Pizza” divenne popolare.

L’evento “Bitcoin Pizza” è una sorta di commemorazione riferita alla prima transazione registrata di Bitcoin, quando Laszlo Hanyecz, primo utente della principale criptovaluta, pagò 10.000 BTC per un paio di pizze di Papa John.

Successivamente, il team legale del COPA ha chiesto a Bridges se fosse ancora convinto che Wright possa essere Satoshi Nakamoto, vista la sua passione per la cultura giapponese. Bridges ha risposto affermativamente.

Gli è stato poi chiesto se fosse a conoscenza di altri possibili nomi tra i fondatori di Bitcoin. Qui Bridges ha risposto di non saperlo e di non avere informazioni al riguardo.

Il whitepaper di Bitcoin. “Potrebbe essere stato uno di loro”


Il cugino di Craig Wright, Max Lyman, è stato il successivo testimone chiamato a deporre. Lyman ha confermato che Wright gli aveva chiesto di “eseguire una parte di codice” sul suo computer, però all’epoca non era in grado di farlo.

Condividendo ulteriori dettagli, Lyman ha dichiarato che all’epoca Wright gestiva un’attività di e-commerce.

Lyman ha anche rivelato di aver ricevuto il whitepaper di Bitcoin, ma di dubitare che provenisse realmente da Wright. Ha affermato che Wright gli aveva inviato diversi documenti e che tra questi poteva esserci stata una bozza del whitepaper.

Ha anche detto di non ritenere possibile che Wright sia realmente il creatore della principale criptovaluta.

Il terzo testimone a salire sul banco è stato Stefan Matthews, che ha parlato del suo rapporto con Calvin Ayre, al momento uno dei più forti sostenitori della vera identità di Satoshi/Wright.

Il cofondatore di nChain ha spiegato che l’imprenditore Ayre aveva investito 500 milioni di franchi svizzeri per il finanziamento della piattaforma nChain pur senza assumere un peso rilevante nella società.

Ha anche ammesso di essere favorevole all’ipotesi che l’ideatore di Bitcoin possa essere Wright.

Matthews ha dichiarato di non aver pagato le spese legali di Wright che all’epoca era un suo dipendente.

Il processo in corso tra COPA e Wright mira a sfatare le affermazioni di quest’ultimo di essere il fondatore della più grande rete blockchain del mondo.

Secondo il querelante, il tribunale britannico deve emettere un’ingiunzione contro Wright, in cui si afferma che egli non è il legittimo creatore della rete Bitcoin.

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