Grayscale: Non si arresta l’emorragia di capitali dal GBTC, persi $7,4 miliardi

Laura Di Maria
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Continua l’emorragia di fondi dal Grayscale Bitcoin Trust (GBTC) che dura ormai ininterrotta da 31 giorni. Il maggiore exchange-traded fund (ETF) di Bitcoin al mondo, ha registrato continui deflussi per 7,4 miliardi di dollari.

Il dato è in netto contrasto con l’andamento degli altri nove ETF spot di Bitcoin appena lanciati, che invece continuano a registrare più afflussi che fuoriuscite sin dal loro lancio.

Perché GBTC continua a registrare deflussi significativi?


Diversi fattori stanno portando all’attuale stato di cose e i continui deflussi per Grayscale.

Sebbene il GBTC non abbia perso il proprio primato di maggiore ETF di Bitcoin e con maggiore volume di scambi, non gioca a favore il costo delle commissioni di gestione. Con una tariffa dell’1,5% si conferma il più caro sul mercato in questo momento.

Per adesso, la maggior parte dei concorrenti applica tariffe inferiori allo 0,3%. Non gioca a favore dell’andamento del fondo la decisione della fallita Genesis Global Holdco LLC che vorrebbe disfarsi dei propri titoli del fondo per saldare i debiti tuttora in sospeso.

Gli osservatori, però, non sono tutti d’accordo con questa analisi. Insomma, queste non sembrano ragioni sufficienti per giustificare il continuo deflusso di capitali dal fondo.

Vident Asset Management, per esempio, ha sottolineato che, per quanto attesi, l’entità dei deflussi è ben superiore a quella stimata in un primo tempo. Infatti era noto che i possessori del titolo di lungo corso, e cioè prima della sua conversione in ETF, avrebbero optato per una vendita per cercare di incassare le plusvalenze maturate avendo comprato con un forte sconto i titoli del trust.

L’0pinione dell’esperto

Il presidente di Vident Asset Management, Amrita Nandakumar, ha commentato rispetto alla durata possibile di questi deflussi:

“Si arriverà a 60 giorni? Non credo, ma di sicuro mi sorprende vedere che siamo arrivati già a trenta.”

C’è un aspetto importante da sottolineare, e cioè che negli ultimi giorni il ritmo delle fuoriuscite è diminuito pur essendo molto lontano dall’arrestarsi. Lunedì, per esempio, sono stati scaricati titoli per un valore di 22 milioni di dollari. Una cifra importante, ma bazzecole rispetto ai 640 milioni di dollari registrati in un solo giorno a gennaio, o i 199 milioni dello scorso 21 febbraio.

In totale, il deflusso da inizio anno per GBTC ammonta a 7,4 miliardi di dollari e si colloca al secondo posto tra gli oltre 3.400 ETF quotati negli Stati Uniti.

Le cose vanno molto meglio per gli altri ETF Spot di Bitcoin


Mentre GBTC registra deflussi, gli altri nove ETF spot su Bitcoin lanciati a gennaio stanno attirando miliardi di dollari, spinti anche dallo strepitoso rally della criptovaluta.

Giganti del settore come BlackRock e Fidelity sono i capofila. I due stanno accumulando rispettivamente circa 6 e 4 miliardi di dollari, e dietro vengono Ark Invest e Bitwise.

All’inizio di questa settimana, il volume degli scambi quotidiani per gli ETF spot di Bitcoin ammontava a quasi 2 miliardi di dollari, il livello più alto dal primo giorno di quotazione lo scorso 11 gennaio.

La settimana scorsa gli ETF spot su Bitcoin hanno registrato un sostanziale afflusso di circa 2,3 miliardi di dollari, quasi raddoppiando l’afflusso di 1,2 miliardi di dollari della settimana precedente.

Altro dettaglio significativo: si registra un deflusso netto dagli ETF sull’oro, probabilmente guidato dalla crescente domanda di azioni statunitensi da parte degli investitori globali.

Finora quest’anno, i principali 14 ETF sull’oro hanno registrato deflussi per 2,4 miliardi di dollari a partire dal 14 febbraio.

C’è da dire che GBTC gode ancora di un seguito di fedeli appassionati. I veterani sul mercato crypto sono legati al primo prodotto che ha portato Bitcoin sul mercato azionario e ha saputo superare forti ostacoli normativi.

Nandakumar ritiene che gli investitori fedeli al marchio Grayscale potrebbero soprassedere sul costo delle commissioni. Questi valuterebbero di più la capacità del fondo di spianare la strada per Bitcoin opponendosi alle decisioni della SEC.

Da inizio anno, il prezzo delle azioni di GBTC è aumentato del 40%, superando l’aumento di circa il 34% di Bitcoin.

Martedì, Bitcoin ha superato i 57.000 dollari per la prima volta dalla fine del 2021, dimostrando la forza come leader tra le valute digitali.

La battaglia legale di GBTC contro la SEC


È curioso notare che uno degli eventi scatenanti che ha portato all’approvazione degli ETF spot a gennaio sia stata la sentenza del tribunale in favore di Grayscale.

La società di investimenti aveva deciso di ricorrere contro la decisione della SEC di non approvare la richiesta di conversione del suo fondo di Bitcoin in ETF.

Il tribunale che la scorsa estate ha dato ragione al fondo. In particolare definì “arbitraria e capricciosa” la decisione di respingere il tentativo di Grayscale di convertire il suo Grayscale Bitcoin Trust (GBTC) da circa 17 miliardi di dollari in un ETF spot.

Lo scorso autunno la SEC scelse di non appellarsi nei confronti della sentenza. Quindi fu chiaro ad analisti e osservatori che dopo una decennale attesa, l’ente di vigilanza sui mercati USA avrebbe capitolato e approvato gli ETF spot associati al prezzo reale di Bitcoin.

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