Liquid staking e restaking: il successo dei token LSD e il loro ruolo nel mercato DeFi

Lucio Prosperi
| 4 min read

Il recente passaggio di Ethereum al Proof-of-Stake offre agli investitori l’opportunità di consolidare la blockchain assumendo il ruolo di “validatore”. Per farlo, e ottenere il 4% di rendimento annuo, si devono però possedere almeno 32 ETH.

A conti fatti, questa somma considerevole rende l’investimento nello staking di ETH impraticabile per i wallet più piccoli. È in questo contesto, ma non solo, che il liquid staking rappresenta una rivoluzione nell’ecosistema e negli investimenti DeFi.

Grazie al liquid staking, infatti, gli investitori possono fare staking dei token ETH e ricevere in cambio token liquidi (LSD token). In questo modo, beneficiano non solo di un rendimento passivo ma anche della possibilità di utilizzare questi token per altri servizi DeFi.

Cos’è il Liquid Staking?


Per rispondere a questa domanda facciamo una similitudine e paragoniamo il liquid staking all’andare in un parco divertimenti e comprare i biglietti per le attrazioni disponibili. La differenza è che i soldi utilizzati sono i vostri ETH, i biglietti ottenuti sono i token LSD e il parco è il mercato DeFi.

L’aspetto più importante di questa nuova funzionalità è che permette di ottenere tutti i benefici in termini di rendimento dello staking, consentendo al contempo di navigare nel DeFi e investire i token LSD ottenuti. Per ogni quantità di ETH messa in staking, l’investitore ottiene una quantità 1:1 (scambiabile in qualsiasi momento) di token LSD.

Quello che possiamo definire come il “classico” staking non permette di utilizzare i token bloccati per altre operazioni. Invece questi token LSD possono essere utilizzati in modo indiretto.

Il vantaggio chiave del liquid staking, dunque, è la possibilità di ottenere sempre rendimenti passivi attraverso lo staking, mantenendo al contempo la flessibilità nell’utilizzo dei token liquidi ottenuti. In pratica due ricompense al prezzo di una.

Questa flessibilità consente agli investitori di sfruttare le opportunità offerte dai vari protocolli DeFi, come il lending, il trading e altro ancora, senza dover rinunciare ai benefici dello staking.

I fornitori di Liquid Staking nella DeFi


Attualmente, i fornitori di liquid staking più utilizzati e rinomati nel mercato DeFi sono Lido e RocketPool.

Lido, per darvi un’idea, ha superato per la prima volta i 15 miliardi di dollari in TVL (acronimo di Total Value Locked, ovvero il valore totale degli asset bloccati nel protocollo attraverso il processo di staking) dei suoi token LSD l’estate scorsa. Nel frattempo, il mercato complessivo ha superato la cifra di 20 miliardi di dollari in TVL.

Nonostante un’offerta di rendimento quasi simile, i due protocolli differiscono su alcuni punti. Con il suo token LSD chiamato stETH, Lido versa direttamente i rendimenti nei wallet degli stakers, addebitando una commissione di circa il 5-10% su tali rendimenti. È importante notare che al momento Lido limita il numero di token disponibili ma che questa limitazione dovrebbe essere ridotta in futuro.

Per quanto concerne gli rETH proposti da RocketPool, vengono acquisiti soltanto nel momento in cui l’investitore decide di cederli. Nello specifico, è attraverso l’incremento del loro valore di mercato che il token consente agli investitori di generare rendimenti passivi.

Nonostante sia ancora agli albori, dunque, la tecnologia di liquid staking offre un strumento in più a disposizione dell’investitore DeFi.

L’arrivo del restaking e i rischi del mercato DeFi


Quello che sembra ancora più rivoluzionario è ciò che la società EigenLayer ha implementato. Con un protocollo di restaking unico nel suo genere, infatti, consente di fare il “re-staking” di token ETH o LSD, contribuendo così alla sicurezza di varie applicazioni nell’ecosistema di Ethereum.

Il vantaggio principale è la superiore sicurezza. Il protocollo di restaking, infatti, utilizza i contratti intelligenti e consente agli investitori di allocare i loro token in diversi pool di liquidità contemporaneamente. Questa flessibilità aumenta la fiducia nella sicurezza della rete.

In sostanza, gli utenti di EigenLayer possono partecipare alla sicurezza dell’ecosistema, posizionando i loro token LSD in rollups, ponti e reti di disponibilità dati. Si tratta di una vera rivoluzione perché sfrutta i vantaggi dello staking, del liquid staking e consente di fornire un’infrastruttura più sicura.

Il mercato DeFi non è esente da rischi e, nel caso specifico del liquid staking, le potenziali criticità si verificano poiché i protocolli di liquid staking mettono a disposizione tali prodotti derivati crittografici tramite contratti intelligenti, esponendoli a vulnerabilità e, di conseguenza, a rischi di attacchi informatici.

Questi eventi si sono verificati in diverse occasioni, evidenziando come i contratti intelligenti siano, verosimilmente, il punto più debole in termini di sicurezza nei progetti DeFi.

Ecco perché la proposta di EigenLayer è la più promettente, poiché offre una sicurezza maggiore, in particolare “escludendo” gli stakers che non rispettano i protocolli della piattaforma.

Conclusione


In definitiva è importante sottolineare ancora una volta come protocolli come il restaking e il liquid staking offrano un’alternativa alla comunità per consolidare e investire nell’ecosistema di Ethereum.

Tanto più che, considerando i volumi di TVL che continuano ad aumentare, entrambi sembrano pronti a esplodere nei prossimi anni.

Anche se sono ancora nelle fasi iniziali, questi prodotti derivati hanno tutto il potenziale per diventare le star del mercato DeFi.

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