L’App Store di Apple sotto accusa per le limitazioni a Blockchain e NFT

Sauro Arceri
| 2 min read

I rappresentanti statunitensi Gus Bilirakis (Partito Repubblicano, Florida) e Jan Schakowsky (Partito Democratico, Illinois) hanno sollevato preoccupazioni riguardo le linee guida dell’App Store di Apple in una lettera ufficiale inviata direttamente al CEO Tim Cook.

La questione riguarda il potenziale impatto di queste direttive sullo sviluppo di tecnologie innovative come la Distributed Ledger Technology, cioè la tecnologia alla base della Blockchain, e i token non fungibili (NFT).

I legislatori hanno evidenziato un possibile schema secondo il quale Apple sembra trarre profitto dalle applicazioni crittografiche ma, al tempo stesso, ne limita la funzionalità. Questo avviene attraverso l’imposizione di versioni “lite” delle app, che generano guadagni per l’azienda ma riducono l’utilità delle applicazioni stesse. Un esempio citato è quello dell’esperienza di Axie Infinity sull’App Store, che sembra dimostrare questa strategia.

Apple ha giustificato le limitazioni per motivi di sicurezza, ma i legislatori sono preoccupati che l’azienda possa utilizzare l’App Store come strumento per soffocare la concorrenza. Pertanto, ritengono fondamentale che il Congresso approfondisca le linee guida dell’App Store e valuti con attenzione se e come possano ostacolare l’innovazione, con l’obiettivo di promuovere la trasparenza e responsabilità delle “Big Tech” riguardo comportamenti monopolistici.

Le applicazioni di criptovaluta fanno fatica a conformarsi alla tassa del 30% imposta da Apple


Un aspetto specifico riguarda le applicazioni di criptovaluta, che devono lottare per adattarsi alla tassa del 30% impostata da Apple. Questa politica anti-crypto richiede ai progetti blockchain di cedere il 30% delle loro tariffe di gas all’App Store.

Tanto per citare un esempio, Coinbase Wallet ha dichiarato in passato che rispettare questo requisito era impossibile a causa dell’assenza di supporto per le criptovalute nel sistema di acquisti in-app di Apple.

Anche l’applicazione di social networking decentralizzata Damus, sostenuta da Jack Dorsey, è stata minacciata di rimozione dall’App Store per presunte violazioni delle regole di pagamento di Apple.

La funzione di mancia dell’app, che consente ai creatori di contenuti di ricevere Bitcoin tramite il Lightning Network, è considerata una violazione delle linee guida dell’azienda, poiché proibisce agli sviluppatori di vendere contenuti aggiuntivi in-app senza passare attraverso Apple e pagare la relativa commissione del 30%.

In parallelo, si è registrato un crescente interesse per le piattaforme di social media decentralizzate, a seguito di controversie sulle grandi piattaforme riguardo alla libertà di espressione. Aave’s Lens Protocol, un diagramma sociale Web3 che consente la costruzione di social media decentralizzati, rappresenta un altro tentativo in questa direzione, permettendo agli sviluppatori di creare applicazioni decentralizzate.

In conclusione, il caso delle linee guida dell’App Store di Apple riguardo blockchain e NFT ha attirato l’attenzione dei legislatori statunitensi, che stanno cercando di comprendere appieno le implicazioni di queste direttive sull’innovazione e sulla concorrenza nel settore delle tecnologie emergenti.

 

Leggi anche:

Segui Cryptonews Italia sui canali social