Sam Bankman-Fried è colpevole: il suo cerchio magico si salva ma…

Christian Boscolo
| 2 min read

La notizia del giorno è senza dubbio quella del giudizio di colpevolezza emesso nei confronti di Sam Bankman-Fried, ex CEO di FTX, nel processo che lo ha visto come imputato a Manhattan per sette capi d’accusa relativi al fallimento dell’exchange.

Il Verdetto arriverà a marzo, proprio quando SBF dovrà affrontare un altro processo, questa volta per altri capi d’accusa.  Difficile prevedere l’entità della pena ma potrebbe risultare particolarmente severa visto che il crack finanziario ha comportato perdite per gli investitori nell’ordine di miliardi di dollari.

Il cerchio magico di FTX è salvo?


L’èx fidanzata di SBF, Caroline Ellison, CEO di Alameda Research, Gary Wang, co-fondatore di FTX, e Nishad Singh, capo ingegnere di FTX, hanno rilasciato testimonianze cruciali per il raggiungimento del verdetto di colpevolezza.

Le dichiarazioni hanno rivelato un intrigo finanziario orchestrato da SBF che ha comportato il trasferimento illecito di miliardi di dollari dai clienti di FTX ad Alameda, un hedge fund di cui Bankman-Fried era anche il proprietario.

I testimoni chiave, quelli che SBF considerava il suo cerchio magico, hanno guadagnato sconti di pena, se non addirittura l’immunità in cambio delle loro testimonianze e potrebbero quindi sfuggire a pene detentive significative.

Alcuni esperti legali hanno tuttavia sottolineato che il trio potrebbe però essere obbligato a restituire i guadagni ottenuti illecitamente e a pagare un indennizzo alle vittime. Con perdite sostenute dai clienti di FTX nell’ordine dei miliardi, il carico finanziario potrebbe essere pesante.

La loro carriera potrebbe anche subire un contraccolpo significativo. Chris Rice, a capo di una società di selezione nel settore tecnologico, ha espresso scetticismo sulla loro futura capacità di occupare posizioni di rilievo, data la macchia sulla loro reputazione.

Infine, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti potrebbe richiedere la restituzione dei fondi per un periodo fino a 20 anni, rendendo le conseguenze del coinvolgimento di questo caso un peso a lungo termine per i testimoni coinvolti.

Qualche considerazione sulla vicenda


Con l’arrivo del verdetto a marzo si chiuderà una vicenda terribile per il mondo delle crypto, la cui portata sarebbe potuta essere anche più ampia.

Se la DeFi viene considerata da tutti come un Far West, con exploit e rug-pull che sono ormai all’ordine del giorno, il segmento degli exchange centralizzati (CEX) era considerato un porto sicuro, adatto anche ai meno esperti.

Il tracollo di FTX è stato quindi una vera e propria pugnalata alle spalle degli investitori e poteva avere risvolti anche peggiori sebbene abbia comunque fatto perdere al settore centinaia di milioni di dollari.

La vicenda ha però intensificato i controlli e non solo quelli della SEC, oltre ad accelerare il processo di regolamentazione delle crypto. L’Europa come sappiamo ha scelto il MiCA ma con tempistiche ancora da verificare e che potranno variare per i diversi stati.

La vicenda FTX ha intensificato i controlli sulle risorse degli exchange, sugli spostamenti dei loro wallet e ha dato il via a un serie di certificazioni come la Proof of Resserve, che sebbene non siano ancora totalmente affidabili, forniscono un ulteriore strumento di controllo.

Anche la fuga di capitali dagli exchange verso i wallet privati è un segnale importante, perché testimonia la volontà di continuare a credere nelle crypto e nella blockchain anche a fronte di una perdita di fiducia nelle istituzioni crypto.

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