Bitcoin sotto i $60.000 quando Israele ha attaccato l’Iran, poi si riprende e vola oltre $64.000

Christian Boscolo
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Bitcoin continua a mostrare un’estrema volatilità che in questi giorni ha portato la valuta digitale di Satoshi Nakamoto a violare diverse il supporto critico dei 60.000 dollari, senza però mai scendere con convinzione oltre questa soglia.

Questa notte il copione si è ripetuto nuovamente. L’attacco con i droni di Israele ha provocato una caduta verticale di BTC che poi si è ripreso e adesso viene scambiato (nel momento in cui scriviamo, ndr) a 64.766 dollari, secondo i dati di CoinMarketCap.

 

L’attacco di Israele: i venti di guerra spaventano Bitcoin


Secondo ABC News, Israele avrebbe lanciato una seri di missili contro l’Iran come rappresaglia per l’attacco subito venerdì.

L’agenzia di stampa iraniana Fars ha riferito di aver udito tre esplosioni nei pressi di una base militare a Isfahan. Un funzionario iraniano avrebbe inoltre smentito le affermazioni di un attacco missilistico, attribuendo le esplosioni all’attivazione dei sistemi di difesa aerea dell’Iran.

Al momento la situazione rimane tesa ma per molti analisti questa risposta “chirurgica” di Israele potrebbe in qualche modo aver allentato la tensione.

Anche il mercato, dopo il crollo di BTC alla notizia, si è ripreso prontamente e sembra aver ripreso nuovo slancio. Molto dipenderà da quello che succederà nella prossime ore.

Bitcoin non è un bene rifugio come l’oro?


Alcuni osservatori del mercato crypto, come Anthony Scaramucci, hanno notato come BTC non si stia comportando da bene rifugio, al pari dell’oro.

Durante le tensioni geopolitiche e i conflitti militari, gli investitori tendono a diventare più cauti e a cercare asset sicuri per proteggere i loro investimenti.

Tradizionalmente, si rivolgono ad asset come l’oro e i titoli di Stato e per il momento Bitcoin non viene considerato un asset sicuro, proprio per la sua reazione negativa ai venti di guerra, al contrario dell’oro.

Scaramucci ha però espresso ottimismo sul lungo termine per Bitcoin. Fattori come il recente lancio dell’ETF Spot, l’ingresso di importanti istituzioni finanziarie e l’imminente evento di halving, potrebbero spingerne il valore verso i 200.000 dollari.

Inoltre, Scaramucci ha respinto i timori di un’eccessiva centralizzazione dovuta agli ETF che rappresentano meno del 10% del totale di BTC.

All’inizio di quest’anno, l’analista aveva previsto che il Bitcoin avrebbe potuto raggiungere i 170.000 dollari entro la metà-fine del 2025, supponendo che il prezzo di Bitcoin si mantenesse al di sopra dei 45.000 dollari al momento dell’halving. Al momento la previsione sembra rispettata…

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