Le criptovalute sono di sinistra ma piacciono alla destra: un pasticcio perfetto!

Christian Boscolo
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Situazione davvero strana quella che stiamo vivendo in questi giorni, complici le primarie presidenziali argentine, che vedono prevalere il candidato dell’estrema destra Javier Milei, forte sostenitore delle criptovalute.

Eppure non si tratta di un caso. El Salvador, primo Paese a utilizzare Bitcoin a corso legale è guidato da Najib Bukele, altro candidato di estrema destra e da molti considerato un vero e proprio dittatore.

Anche in Brasile l’ex presidente Bolsonaro, sempre di destra, è considerato un forte sostenitore di Bitcoin. A inizio 2022 prima di cedere il passo al Presidente Lula, ha promulgato un disegno di legge che consente il trading e i pagamenti in crypto in Brasile.

Infine, se guardiamo agli USA, con un occhio alle prossime elezioni presidenziali che si terranno il 5 novembre del 2024, è facile scoprire che i candidati Repubblicani (la destra negli USA, ndr) sono quasi tutti favorevoli alle crypto.

Ron DeSantis ha dichiarato spesso che le persone hanno il diritto di utilizzare Bitcoin, ha promesso di abolire le CBDC di stato e ha criticato gli sforzi di Biden di limitare l’uso di Bitcoin.

Vivek Ramaswamy, altro grande sostenitore del mondo crypto e candidato alle prossime presidenziali USA, ha accettato donazioni in Bitcoin per la sua campagna elettorale e sostiene che la valuta di Satoshi Nakamoto non debba essere sottoposta a regolamentazione come titolo azionario.

Donald Trump è forse il candidato meno favorevole, anche perché non ha mai espresso opinioni dirette sul tema crypto, ma in passato avrebbe dichiarato di non essere un fan di BTC.

Ha però raccolto fondi tramite una serie di NFT a suo nome che hanno avuto un discreto successo.

Ma Bitcoin e le crypto non erano di sinistra?


Secondo diversi esperti Bitcoin è stato inventato durante la crisi finanziaria del 2008 per cercare un’alternativa di pagamento che non fosse legata alle banche e all’ingerenza statale. Una teoria che non trova peraltro alcuna conferma negli scritti, peraltro molto ridotti, di Satoshi Nakamoto.

Il concetto di fondo rimane però sempre quello: avere un’alternativa di pagamento a quella delle banche che ogni anno sottraggono buona parte del PIL mondiale sotto forma di commissioni.

Inoltre, BTC e le crypto sono spesso utilizzati nei Paesi dove l’inflazione è alle stelle e le crypto, nonostante le loro fluttuazioni, sono l’unico modo per contenere l’erosione dei risparmi dei cittadini più poveri.

Insomma, se consideriamo la finanza tradizionale prevalentemente di destra è facile intuire come Bitcoin e le crypto, che si contrappongono a questo schema, debbano per forza essere considerate come un asset di sinistra. E allora perché sono così amate dalle destre?

Il perché di un equivoco!


Il problema principale è che Bitcoin così come le criptovalute costituiscono un vero e proprio enigma per le istituzioni che non le hanno mai capite appieno.

Se consideriamo le politiche economiche di destra e sinistra, generalizzando, si potrebbe affermare che la destra abbia una visione liberista e spregiudicata della finanza mentre la sinistra è più legata a politiche di wellfare e sostenibilità. Si tratta ovviamente di una semplificazione che, come vedremo, ha tantissime eccezioni.

Appare dunque abbastanza chiaro il perché le destre siano maggiormente interessate a un prodotto come le criptovalute che propongono una finanza decentralizzata più spinta e meno controllata.

La sinistra ha invece dimostrato prudenza ma anche una certa avversione legata prevalentemente alle tematiche ambientali. Nel mirino i consumi di Bitcoin, altro tema molto dibattuto e ancora ostico a chi non è aggiornato in tema di emissioni, visto che BTC ad oggi utilizza prevalentemente energie rinnovabili anche perché meno costose.

A complicare ulteriormente il tutto ci sono poi le CBDC le cosiddette valute di stato digitali, un altro asset che rischia di essere rovinato dalle interpretazioni dei singoli Paesi.

Una Central Bank Digital Currency (CBDC, in italiano valuta digitale della banca centrale) è una tipologia di valuta digitale emessa da una banca centrale anziché da una banca commerciale.

Non è infatti un caso che le CBDC piacciano soprattutto alle destre autoritarie, che sono solo un lontano parente delle destre occidentali. Tra i più forti sostenitori ci sono infatti Paesi come la Cina e la Russia, che non rispettano le regole democratiche. Qui le monete digitali di stato (CBDC) potrebbero diventare un modo ancora più efficiente di controllare i cittadini.

E la politica italiana?


La politica italiana merita invece un capitolo a parte.  Nel 2022 solo Lega e 5 Stelle avevano incluso le crypto nei loro programmi, come avevamo indicato in un nostro approfondimento sui partiti politici e le crypto.

Il Governo Meloni ha invece introdotto la nuova legge sulle crypto in Italia che abbiamo più volte riportato sulle nostre testate, e che di fatto consente una sanatoria su quanto investito ad oggi.

Chi vuole mettersi in regola con il fisco può pagare una sanzione ridotta pari allo 0,5% del totale per ogni anno di mancato monitoraggio. Il calcolo va fatto a partire dal 31/12/2021  se non sono state effettuate conversioni in valuta Fiat.

In caso contrario (ovvero conversione in Fiat con plusvalenza prima del 31/12/2021) ci si può mettere in regola pagando un’imposta sostitutiva del 3,5% a cui va aggiunto lo 0,5% per ogni anno di mancato monitoraggio.

Più che una presa di posizione sulle crypto si tratta di un modo come un altro di fare cassa facendo emergere patrimoni nascosti al fisco.

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